The Conformists – Divorce

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Fin dal 1996 i The Conformists propongono la loro miscela di Post Hardcore in contro tempo; uno sconnesso agglomerato di ripetitiva e schizoide anti-melodia – per fan di U.S. Maple e Shellac – con il preciso intento di distruggere il Rock’n’Roll. Un gruppo Punk classico negli atteggiamenti, ma non certamente nel suono.

Oggi, dopo tre full-length, tanti tour americani alle spalle e l’avvicendamento di svariati batteristi, tornano con questo “Divorce” per continuare un’esperienza in controtendenza fatta di goliardate live – la leggenda narra di un concerto tenutosi all’interno di una fabbrica di birra, dove i nostri hanno tappezzato il pavimento con pagine di riviste porno, distribuendo petardi alla folla –, e diniego nei confronti della forma canzone classica.

Registrato nel Novembre del 2015 da Steve Albini a Chicago – appena li ascolterete capirete il perché di questa collaborazione fra pazzoidi –, il nuovo lavoro mantiene intatta la dinamica decostruttiva dei brani aumentandone le derive à la Nick Cave periodo Birthday party – ascoltare per credere –, qui drogate da un Post-Hardcore triturato e slegato da qualsivoglia influenza di genere, Noise a buon mercato e Post-Punk.

Del resto alla voce: “consigli per band in erba”, i  nostri risultano chiarissimi.

“Non fate un disco più lungo di 35 minuti. Abbandonate i fan che vogliono di più e non di meno. Il primo disco dei Black Sabbath dura poco meno di 38 minuti, voi farete un disco migliore? No.”