Joseph Parsons – The Field The Forest

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Ottima prova del cantautore Americano Joseph Parsons, che con questa pubblicazione rivela ancora una volta la sua poetica bifronte, come le antiche divinità romane. Convivono in questo doppio extended play due percorsi narrativi quasi opposti ma di qualità ottima. The Field sembra scritto come riflesso del proprio sentire, come si trattasse di qualcosa di introspettivo che scava tra gli angoli bui della psiche. Si passa dai contesti sociali di “Berlin“, alle linee Blues sentimentali come “All The Way“, o persino la metafisica di “Fly“.

Apparentemente più prosaica ma dallo stile più classico, la seconda parte del disco è un cazzotto Rock, sullo stile ultimo di Johnny Cash. Atmosfere cupe ma forti in “Bliss“, “Horizon” e “Baying“, con pennellate psichedeliche pescate a piene mani dall’altra parte dell’oceano. Così Parsons rivela ancora una volta di avere uno spessore musicale d’altri tempi, e una capacità di leggere attraverso le note la realtà in modo crudo e diretto: insomma uno di quei cantautori che piacerebbe, o magari piacerà tanto a Martin Scorsese. Abbastanza radicato nella provincia americana da potersi elevare da essa, risultando talvolta dissacrante.

Uno stile, il suo, capace di raccogliere l’eredità del vecchio Blues di Chicago, ma anche del più classico Country Rock degli ex stati unionisti. Una strada imboccata che può condurre il cantautore anche ad avere successo in Europa, sulla scia magari di quello che fece Robben Ford, per esempio. Genuinità, questa è la parola d’ordine nel mercato musicale odierno, specie quello nordamericano, ingrassato oramai da album eccessivamente post prodotti che snaturano il senso stesso dello scrivere una canzone. E non si può dunque non brindare all’esistenza di cantautori tanto capaci.

Data:
Album:
Joseph Parsons - The Field The Forest
Voto:
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