Il Monk è un locale davvero grazioso. Un ampio cortile esterno dove sostare per bere una birra, un piccolo ristorantino dove assaporare un (buon) panino, ed un’ampia sala dove ascoltare della buona musica. Però l’impatto appena entrati nel cortile è di quelli stupefacenti. Già alle 21,30 una piccola ressa di ragazzi (età compresa tra i 18 e i 30 anni) era già in fila alla porta. Tale circostanza mi ha fatto riflettere. Non è scontato infatti avere una presa così forte sul pubblico giovanile, soprattutto se si suona un certo tipo di musica. Voglio dire, capisco l’appeal che può esercitare una boy band su un certo audience, oppure un cantante neo melodico, ma un gruppo rock per esercitare una tale empatia, soprattutto sugli adolescenti, deve emanare davvero qualcosa di speciale, un’energia positiva. I Fast Animals and Slow Kids sono riusciti proprio in questo, catturando il pubblico con la loro immediatezza, la loro semplicità, il loro approccio diretto.
Sul palco i Fast Animals and Slow Kids sono una macchina da guerra e questo nonostante la loro giovane età. Chitarra (anche due quando Aimone imbraccia lo strumento), basso e batteria si fondono in maniera perfetta. In tutto 19 canzoni (compresi tre encore) di cui la metà dall’ultimo lavoro “Forse non è la felicità” e le altre equamente distribuite tra “Hybris” del 2013 ed “Alaska” del 2014. Il loro ultimo disco, presenta una resa “live” sorprendente, fondendosi con i brani storici della band di Perugia: con particolare riferimento ad “Asteroide” e “Giorni di gloria”, completamente trasformate rispetto alla loro versione di studio.
Le canzoni più da impatto risultano quelle contenute in “Hybrys” del 2013 (il loro miglior disco per chi scrive) quali “Troia” – con quegli stacchi e ripartenze mutuate da un gruppo enorme come gli At The Drive In –, “Maria Antonietta”, e “Combattere per l’incertezza”, sono state cantate a squarciagola dal pubblico che si appoggiava alle transenne spingendo, ansimando e addirittura piangendo, con un trasporto davvero non comune. Peraltro Aimone non si è affatto sottratto a tale dimostrazione di affetto, ricompensando il pubblico con una performance incredibile; attaccandosi al soffitto, esercitandosi in diversi “stage diving” e “surfando” sul pubblico. Uno dei migliori Live in circolazione.
Set List
1. Asteroide
2. Giorni di gloria
3. Calci in faccia
4. Combattere per l’incertezza
5. Fiumi di corpi
6. Tenera età
7. Ignoranza
8. Il mare davanti
9. Montana
10. Capire un errore
11. Giugno
12. Il Vincente
13. Troia
14. Maria Antonietta
15. Coperta
16. Annabelle
Encore:
17. Come reagire al presente
18. A cosa ci serve
19. Forse non è la felicità
La particolarità di un concerto dei Fast Animals and Slow Kids è rappresentata proprio dall’esibizione: non unicamente musicale, ma di intrattenimento totale. Grazie alla loro dinamicità sul palco, si impossessano del live, lo vivono, rendendo di questo partecipe il pubblico. Al riguardo citiamo il momento in cui Aimone ha chiesto una birra, andandosela poi a prendere con uno “stage diving”; il pubblico ha ovviamente accompagnato il cantante perugino in andata e al ritorno (birra in mano).
I Fast Animals and Slow Kids sono attivi dal 2010, con alle spalle un ep e 4 dischi. Il furore degli esordi forse si è un po’ spento, a favore però di una produzione (soprattutto nell’ultimo lavoro) più matura. Questo non toglie che gli spazi di crescita del gruppo siano enormi, anzi, a mio parere, le prossime produzioni saranno orientate verso un sound del tutto differente. Un consiglio: andateli a vedere dal vivo, Aimone Romizi (chitarra, voce, percussioni), Alessandro Guercini (chitarra), Jacopo Gigliotti ( basso) e Alessio Mingoli (batteria) vi sorprenderanno.
Foto: Eliana Giaccheri
Testo: Gianluca Maccari