Feedtime – Gas

Acquista: Voto: (da 1 a 5)

Al grido di: “reunion, reunion, reunion!” si delineano nuovi percorsi per ensemble ormai sepolti nella mite gloria di un passato inscritto negli annali. Australia, fine seventies; dapprima furono The Saints e Radio Birdman a guidare lo sfogo (Punk) nella terra dei canguri, poi fu la volta del Nick Cave indiavolato dei Birthday Party e di quel revival Garage che sfoggiava tra le proprie fila autentici cavalli di razza come: Celibate Rifles, The Scientists, StemsLime Spiders. C’era il Blues alcolizzato dei grandiosi Beasts Of Bourbon ed il Punk-Grunge dei Proton Energy Pills. Un paradiso. Senza contare che si poteva usufruire di una summa deflagrante di tutte le sonorità di cui sopra ascoltando una sola band: i Feedtime.

Nel corso degli anni ottanta i Feedtime diedero alle stampe quattro lavori e una manciata di singoli – Feedtime (1985), Shovel (1986, Aberrant), Cooper-S (1988, Aberrant), Suction (1989, Aberrant) tutti fondamentali per comprendere l’Aussie underground Rock –, per poi sciogliersi nel 1989 e tornare sette anni più tardi (in formazione rimaneggiata) con il quinto album in studio “Billy” (1996). Tempo di scorrazzare per gli Stati Uniti in compagnia degli Unsane – durante il tour promozionale dell’ultimo lavoro –, di effettuare una serie di date australiane con i The Damned, ed i nostri scomparirono di nuovo.

Ma come già accaduto, non sarà per sempre. Infatti, tornano nuovamente nel 2011 annunciando due Show a Sydney e uno a San Francisco. Nell’Aprile del 2012 la Sub Pop ristampa i primi quattro lavori, ed esce la compilation antologica “The Aberrant Years“. Sembrerebbe tutto ben apparecchiato per l’uscita di materiale inedito, cosa che si è puntualmente verificata il Marzo scorso.

La In The Red Records non si lascia scappare l’occasione di produrre un nuovo album della band di Sydney a circa vent’anni dal precedente “Billy“, riponendo (giustamente) fiducia illimitata in una formazione che non ha bisogno di presentazioni. Loro ricambiano, al solito, in maniera rumorosa, primitiva e brutale.

Per avere un primo indizio sulla risma dei personaggi in oggetto, vi basti sapere che il titolo del nuovo lavoro è arrivato come un fulmine a ciel sereno a Rick Johnson mentre guardava il cognato guidare un camion all’interno della sua proprietà in Canada: “Stava davvero dando il gas, girando in tondo fendendo il fango e creando danni“. Tre lettere per rendere l’idea (“Gas“) e la formazione originale degli anni ’80 per mettere su disco un agglomerato di sporcizia Punk che flirta col Blues ed incesta col Noise.

Un ritorno di quelli capaci di piombare (davvero) sul discorso interrotto vent’anni fa in maniera coerente. Certo, nel frattempo è emersa una certa predisposizione allo sviluppo delle sonorità, pur non andando ad inficiare quell’estetica densa e sporca, vero marchio di fabbrica degli australiani.

È Rock’n’roll, ma dall’oltretomba. È un rantolo primordiale che scivola sulle chitarre più abrasive della storia, memore dell’esperienza dei leggendari Flipper di San Francisco, qui messi sul braciere in compagnia dei connazionali Lubricated GoatThe Scientists.

Pesante, difficile, allucinogeno ma bellissimo, come la vita del resto. Quando tutto è tremendamente difficile e nulla sembra funzionare, a volte, basta mettere su un sorriso falsissimo e prepararsi ad aggredire l’esistenza alla prima occasione disponibile. Splendidamente selvaggi.

Data:
Album:
Feedtime - Gas
Voto:
51star1star1star1star1star