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19 Luglio 2011 | Slumberland Records | itsbrilliantcolor.blogspot.com |
Hitting Traffic
Finalmente il nuovo/ennesimo gruppo west-coast di post-surf, ispirato al garage, ma anche nostalgico dell’hardcore e sicuramente adagiato nel mercato indie.
Un’ondata che sembra non finire mai (come in tutte le epoche d’oro dei generi), e che lascia spuntare fuori dalla schiuma un rapporto numero di band vs. qualità dai parametri eccellenti.
Atteggiamento punk come Dum Dum Girls e Crocodiles e sguaiatezza stile Wavves e Best Coast. Canzoni uguali a quelle di Happy Birthday, Real Estate e Surfer Bloof. Promesse uguali ai Big Troubles (next big thing del settore).
E allora perché dovrebbero piacere? Semplice: fanno bella musica, in modo onesto e in sacra empatia con il loro pubblico.
Ogni cavallone della nuova ondata ha sue peculiarità. Quella dei Brilliant Colors è l’enfasi della plettrata sbilenca e arrangiata, l’accento sul casino della sequenza di accordi che proietta calore sugli altri strumenti: elementi che segnano il passo di un twist nuovo di zecca, in cui acidi sintetici hanno sostituito la marijuana e la speranza è travestita da modernismo a scapito della finta reminiscenza estatica poggiata sulle macerie di una cultura bigotta anni ’50.
L’effetto trasognante c’è sempre. Ed è il motivo per cui funzionano i Cloud Nothings, i Fiery Furnaces e, ovviamente, questi giovani di San Francisco.
Il suono è cazzuto abbastanza da portarselo al mare o per saltare ad un party in casa. Sotto la soglia del commercialotto alla TheKooks &Co., cosa che rende l’atmosfera molto più intollerante e vicina ad ere di contestazione, DIY e indipendenza nell’accezione più vicina a quella del vocabolario.