Joan of Arc – Life Like

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Marzo 2011 PolyvinylRecords.com myspace.com/joanfrc

Registrato dal guru della scena alternativa americana, Steve Albini, il nuovo LP dei Joan Of Arc voleva essere un nuovo passo in avanti dopo l’insipido “Oh Brother” pubblicato non tanto tempo fa.

Organicamente diviso in due movimenti, in due facciate di vinile cerca di sviluppare un discorso non solo nuovo, ma più complesso e approfondito, che possa portare finalmente il gruppo di Tim Kisella al posto di “eccellenza” meritato dalla sua band.

Ma qualcosa nel congegno non ha funzionato…

La track iniziale, “I Saw the Messed Binds of My Generation”, con i suoi dieci e passa minuti rappresenta idealmente parte dei problemi di questo disco, troppo frammentato e allungato da idee non sempre all’altezza dell’originalità vera del gruppo. Come un’opera dentro l’opera, un giro di chitarra continua in un saliscendi apatico, interrompendosi e ripartendo senza una linearità ben stabilita.

Stesso grigiore sfuma nelle note di “Like minded” e “Life Force”, tracce senza un obiettivo preciso all’interno di un LP che riesce ad alzarsi solo grazie al fragore di “Night Life Style” e “Deep State”.

Entrambe mostrano i muscoli di una sonicità assimilata che aspetta a detonarsi ad un climax perfetto di emotività ed epicità. Un rumore che però non assorda violentemente, ma, al contrario, sa trasmettere un’intimità ed una complessità che evita il non-sense del noise.

Nonostante queste tracce di originalità che mostrano ancora la validità della band, dobbiamo però riconoscere di ritrovarci di fronte ad un disco incompiuto.

Ad un’opera che per paura di sbagliare, per timore di non saper rappresentare pienamente il concetto artistico è caduta nell’incertezza e nel horror vacui. Un vuoto rimpiazzato da materiale isolante, che non ha permesso una detonazione lineare e articolata, ma solo poche scintille sparse.

Un peccato…