99 posse e 10 anni da recuperare…

Doveva essere una breve chiacchierata: poche domande sul nuovo disco e poi di corsa in prima fila per assistere alla presentazione dello stesso presso la Fnac di Roma. Invece no.
Dei 99 Posse, presenti all’appello Luca Persico e Massimiliano Jovine. E fu così che in una saletta riservata agli addetti ai lavori, le poche battute per Cattivi Guaglioni sono diventate un po’ di più. Tante di più. Per fortuna: dopo 10 anni di assenza, ce n’erano di cose da dire.
Ergo: prendetevi una pausa voi che leggete, benvenuti nella Posse del 2011.

Roclkab: 10 anni di presenza sulla scena musicale italiana, una pausa di altrettanti anni e dal 2009 la reunion con un nuovo tour: chi ha deciso di tornare alle origini con i 99 Posse?
Luca: Dei compagni di insurgencia, che è un centro sociale di Napoli. Loro hanno avuto l’idea di organizzare un concerto a Piazza del Gesù nel luglio del 2009 per raccogliere fondi per le spese legali di un paio di compagni che erano stati arrestati durante gli scontri del G8 a Torino.
Avevano chiamato sia me (con il mio progetto solista) sia Massimo (Jovine) che Marco (Messina). Quindi per la prima volta ci siamo incontrati dopo 10 anni attorno a ‘sto tavolo per decidere la scaletta del concerto e vista anche l’urgenza della questione per la quale andavamo a suonare abbiamo deciso per dare più visibilità all’evento politico di presentarci visto che stavamo tutti e tre là (e anche per non litigare su chi doveva suonare prima e chi dopo) di presentarci come 99. “Facciamolo”, e l’abbiamo fatto. Dopo di che il resto è venuto da solo. Siamo saliti sul palco, c’erano 5-6000 persone in piazza, c’è stata un’ondata emozionale sia da parte nostra verso loro ma soprattutto da parte loro verso noi, e questo ci ha convinti che dovevamo continuare.
Abbiamo iniziato a tentoni, non c’è stata una vera e propria strategia dietro la nostra reunion. Abbiamo iniziato così: c’è stato un concerto, ci è piaciuto molto farlo e abbiamo sentito anche da parte di chi stava dall’altra parte un’esigenza, oltre che una voglia e un piacere. Quest’esigenza poi è diventata anche nostra, perché quando 10 anni fa abbiamo lasciato i 99 Posse per intraprendere delle scelte individuali, avevamo lasciato aperte parecchie porte.
Queste, lentamente, si sono richiuse e non si riuscivano più a riaprire con nessuno dei nostri progetti solisti. Ce lo potevamo permettere: siamo tornati indietro, lo abbiamo fatto. Prima con una serie di concerti nei centri sociali, poi nei club, e da lì s’è sentita anche da parte nostra l’esigenza di un disco. Ma erano troppe le richieste dei concerti per poter trovare del tempo: abbiamo prima esaurito quelle, con più di 75 date. Esaurite le sale, esaurita la gente, esauriti pure noi a furia di cantare sempre le stesse canzoni di repertorio.

R: Personalmente ricordo la data all’Alpheus nel 2009, c’ero anch’io ed era davvero pieno il locale. Erano le vostre canzoni di sempre, quelle di repertorio.
Massimiliano: Ci sembrava più che realistico cantare il repertorio, i testi in fondo sono più che attuali, purtroppo.
Luca: Tu pensa che nell’ottobre del 2001 l’allora presidente del consiglio Berlusconi con l’allora ministro Tremonti discuteva dei tagli alle pensioni. A distanza di 10 anni stanno facendo tale e quale la stessa cosa. Per cui i testi sono rimasti attuali…poi ad un certo punto quando abbiamo avuto il tempo per pianificare le cose abbiamo deciso definitivamente di fare il disco. Ci abbiamo impiegato 8-9 mesi, ed eccoci qua.

R: Chi vi conosce col repertorio vecchio sa che i vostri testi sono impegnati, riguardano il sociale. Non c’è mai stata la paura nel dire, nel fare affermazioni o nel cantare cose delle quali “tutti sanno, ma nessun altro ne parla”? Quanto è rischioso a volte avere il coraggio di dire tutto ciò che si pensa?
Luca: In questo ci ha dato molta forza l’area politica dalla quale proveniamo, che è nata da quest’esigenza di dire le cose che gli altri non dicevano e di fare le cose che gli altri non facevano.

R: Però non tutti lo fanno, voi in particolare sì.
Luca: Sì, però in quel mondo che Alemanno ha definito “il peggiore dell’Europa”, in quel mondo là c’è quest’attitudine a dire e a fare anche cose scomode. Noi abbiamo quindi l’abitudine di dire e fare anche queste cose.
Poi si pagano ovviamente i prezzi.
Io nella vita ho avuto decine di procedimenti penali, ho fatto qualche giorno di galera. Attualmente sono stato avvisato oralmente dalla Prefettura del paese in cui vivo a cambiare atteggiamento, altrimenti mi applicano l’articolo 1…ma tutte queste minacce non ci toccano. Anche perché quale atteggiamento dovrei cambiare? Secondo loro dovrei smettere di vilipendere la bandiera e la Repubblica. Io? Di chist tiemp co la Lega al Governo io vilipendo la Repubblica? Allora io mò voglio vedé, voglio fare la fotografia e postarla  su Feisbuc quann m’arrestano e mi portano in galera per aver vilipeso la bandiera. Io…
Massimo: Poi la curiosità che ci viene è questa: come mai chi dice di avere centinaia di migliaia di fucili nascosti e pronti alla sommossa non viene accusato di istigazione? Non è vilipendio alla patria, alla bandiera? Noi siamo curiosi, ce lo chiediamo…

R: Quindi i rigurgiti di oggi sono gli stessi di ieri, parlando di politica?
Luca: Eh, questa cosa qui proprio non cambia, oggi più che mai. Però ce ne sono tanti altri oggi, di rigurgiti.
Massimo: Infatti manco farlo apposta siamo ripartiti proprio da lì. La prima cosa che abbiamo fatto è stato un brano che si chiama Antifa, e adesso nel nuovo disco c’è un brano che si chiama Antifa 2.0. Quando tutti ci chiedevano qualcosa di nuovo siamo ripartiti da una cosa che per noi non è “qualcosa di nuovo” ma è una cosa scontata, che è l’antifascismo. Per noi è proprio la base.
Luca: Noi siamo consapevoli del caos che c’è oggi a livello politico ed emozionale nella testa della gente, anche di quella che fa movimento.
Noi pensiamo che quando c’è caos il compito dei compagni non è quello di mettersi dietro una scrivania e dire “Siete caotici, dovete studiare di più” ma starci in mezzo a quel caos con il proprio bagaglio culturale, con le proprie esperienze, il proprio pensiero ben definito. Ma l’importante è rimanerci in mezzo…la dissociazione o il professorismo sono tutti e due atteggiamenti che non ci appartengono.
Massimo: Voglio pure sottolineare un’altra cosa, manco farlo apposta. Quest’estate ho conosciuto dei ragazzi russi che alla parola “comunismo” hanno strabuzzato gli occhi e accennato a Stalin e al fascismo. La questione qui si confonde, non è che se uno è antifascista è pro Stalin, non è questo il discorso. Gli ideali del comunismo sono completamente diversi da quell’applicazione che ne ha poi dato Stalin. Noi ricordiamo quel tipo di ideale, non quelle pratiche, che sono una cosa ben differente.

R: L’ultima curiosità. Sulla vostra pagina Facebook un fan ha scritto un commento: “siete finalmente tornati, e più cattivi di prima”. Chi non ha ancora ascoltato il nuovo disco Cattivi Guaglioni, si può aspettare la stessa coerenza quindi, la solita linea di pensiero più rafforzato?
Luca: Il pensiero rimane lo stesso, è il punto di vista che è cambiato. Noi ci siamo sempre espressi con una certezza, che era quella della nostra appartenenza politica ad un’area precisa. Oggi non è che non apparteniamo più a quell’area ma abbiamo scelto con questo disco di non parlare più il linguaggio di quell’area, di chi già mastica la politica (anche se ci sono dei brani quali San Precario che potrebbero diventare degli inni di quel movimento). Quello che ci premeva di più era parlare la lingua della gente comune, perché è da lì, da queste persone che sono partiti i fermenti più interessanti. Né dalle sedi dei partiti né – purtroppo – dai Centri sociali, ma dai quartieri che dovevano ospitare le discariche giù da noi piuttosto che dalla Val di Susa. O dalle contestazioni studentesche del 14 dicembre qua a Roma, e sempre qui a Roma quelle di qualche giorno fa con l’ultima manifestazione. Quelli sono i fermenti che ci interessano e parlano una lingua diversa dalla nostra.
Il nostro compito è impararla e starci in mezzo. Chi più di noi ha gli strumenti per impararla e poi eventualmente direzionarla? Poi per quanto riguarda il rafforzativo di “più cattivi di prima”, noi siamo dei bravissimi ragazzi e nel disco parliamo di altrettanti bravi ragazzi. Solo che sono i bravi ragazzi nei quali il sistema non ha investito…per cui erano bravi ragazzi potenziali che poi sono diventati cattivi, ma solo perché non sono state date loro le giuste attenzioni.
Massimo: Noi ci siamo presi non uno ma ben 10 anni sabbatici proprio perché probabilmente fra le tante motivazioni le persone si aspettavano che noi dicessimo quello che loro volevano sentirsi dire. Invece questo nuovo punto di vista della 99 Posse è una delle motivazioni che ci ha spinto a tornare insieme per affrontare la cosa da una prospettiva diversa.La gente ci dice “Siete più maturi”: no, ci siamo solo fatti 10 anni di strada convivendo con una serie di problematiche nuove che nel disco abbiamo voluto raccontare.
Luca: Un’ultima precisazione. Tutte le cose dette riguardanti i movimenti non sono solo nostre riflessioni, ma anche le stesse espresse dai centri sociali. Però anche nella realtà dei centri sociali stessi c’è un mondo del tutto spaccato, come la sinistra. Ci sono quelli che stanno effettivamente dentro al movimento, e quelli che invece compilano il comunicato stampa e si dissociano. Noi siamo dalla parte dei primi, ovviamente.