The Fuzztones @ Traffic – Roma – 04/11/2011

Attitudine e Visual: La moda punk, io, la ricordavo diversa. Chissà com’è, ma avevo in mente vestiti in pelle, qualche borchia, capelli dai tagli all’avanguardia con creste colorate. Tante righe rosse e nere nelle maglie, trame scozzesi, anfibi o stivaletti con zeppe fuori misura. Latex.
E invece no, poiché il sopravvento è stato preso da canotte, gilet e pellicciotti leopardati. Così era parte del pubblico, così era il gruppo sul palco. L’attuale formazione dei Fuzztones è interessante anche per questo, unisce due generazioni in 5 componenti. E quando li vedi tutti assieme a suonare, sembrano quasi una famiglia che segue divertita il leader, l’indiscusso ma curioso Rudi Protrudi. Rudi è il solito ragazzone di trent’anni fa, quando naquero i Fuzztones, avvolto in abiti stretti di pelle e con una camicia naïf aperta sul petto. Grintoso e carismatico, uno showman. Ma il vero spettacolo per gli occhi lo regala il batterista, Rob Louwers. Anche lui ha passato gli anta da un pezzo, ma si è presentato col capello lungo, a petto nudo, con un gilet di pelle ed una collana fatta di ossa: strascico di Halloween? O forse coraggio irriverente di chi si sente sempre sulla cresta dell’onda? Alle tastiere Lana Loveland, sobria come i compagni al basso e alla chitarra, tutti vestiti semplicemente di nero.

Audio: A tratti è mancata la voce, coperta dai suoni. Il problema non è dovuto ad un’esecuzione inappropriata o scadente, anzi. Solo un fattore tecnico che ha portato in alcuni brani la soppressione del suono del microfono. “Nel punk non serve capire cosa uno canta, basta strillare”, dicevano alcune ragazze sotto palco. Eh, no. Il punk è anarchia e ribellione, uno stile un poco più rozzo rispetto al rock, ma non per questo la musica deve sovrastare la voce. Unico intoppo da segnalare, la scaletta brani è stata improvvisata dopo i primi 5 pezzi. Il basso ha avuto non pochi disagi tecnici con gli amplificatori, ma tra una pausa e l’altra non è mancato l’intrattenimento.

Setlist: Un’ora e mezza di spettacolo, un viaggio fra le hit più note fino ai brani più recenti. Rudi ha chiacchierato molto con il pubblico presente, più volte ha nominato l’ultimo album Preaching to the Perverted (gennaio 2011) nonostante qualcuno dalla calca si ostinasse a gridare titoli quali Strychnine, Jack The Ripper e Cinderella. Pubblico accontentato, poiché a fine concerto, dopo una breve pausa dietro le quinte, sono saliti tutti sul palco cantando esattamente ciò che il pubblico aveva richiesto. Alle due di notte Rudi avrebbe cantato ancora se non fosse rimasto solo, abbandonato dai suoi stessi musicisti ormai esausti.

Momento migliore: Gli assoli di chitarra, e non c’è molto da dire poiché mi hanno tolto il fiato. Rapita nel guardare I giochi fra le dita di Lenny e le corde della sua chitarra: precisi, stupefacenti, con dei suoni complicati e puliti che arrivano all’orecchio. Una grande risorsa per il gruppo, indubbiamente.

Locura: Hanno dato spettacolo Rudi ed una signora quarant’enne (della serie, le groupie non hanno età). Lei ha ballato sottopalco tutta la serata, scollacciata con una canotta leopardata e bardata in calze a rete e minigonna molto mini e poco gonna: è bastato poco per ammaliare il cantante. Qualche mossa pelvica e a doppio senso, giochi espliciti col microfono, frasi di apprezzamento e dichiarazioni d’intenti espresse davanti a tutti. Sono volati sguardi, prima. Sono passati alle mani, poi. Mica per spingersi o pogare, saltare o ballare. Ennò. Per accarezzare pubblicamente.
Se una si veste leopardata, significa che deve pur arrivare a graffiare qualcosa entro una certa ora, no?

Pubblico: Serata singolare con un melting pot di età, stili e personalità. Dai nuovi punk (abiti di pelle con inserti leopardati) ai soliti ignoti (jeans e maglioncino), passando per capelli biondo platino e qualche ciuffo rasta. I Fuzztones hanno attirato un pubblico misto, dal ragazzo di vent’anni al fan di lunga data ormai cinquantenne. Segno positivo: il punk non è morto e ci sono giovani che non lo confondono musicalmente con gli album dei Green Day.

Conclusione: Gli amanti del genere non possono perdersi un live dei Fuzztones. Volendo tralasciare la parte prettamente tecnica e facendo un pò di sano pettegolezzo, si tratta di vere e proprie macchiette da palcoscenico sensibili al fascino femminile…