Elio e le Storie Tese @ Postepay Rock in Roma – 16 Luglio 2012

Attitudine e Visual: niente di nuovo sotto il sole per questo concerto estivo degli EelST; una formula ben collaudata che funziona egregiamente, ma che inevitabilmente possiede anche un lato di prevedibilità. Lo show è diretto impeccabilmente da Elio che tiene le fila del discorso, presentando ciascun brano come se fosse l’analisi di un problema del mondo. Da dietro la tastiera Rocco Tanica interviene e dialoga con lui (il pezzo comico sempre esilarante “cos’è l’internet”), mentre l’architetto Mangoni si prodiga con gioia nelle sue solite incursioni pirotecniche, travestito di volta in volta da drag queen (durante il “disco medley” di Born to Be Abramo), da “vittima del rock” con tanto di mantello ermellinato stile Freddie Mercury (nella coda di, manco a dirlo, il Rock and Roll), da rapper old-school col cappellino storto (su La visione), e così via. Ma c’è anche un elemento di novità: un pollo di gomma lanciato da un fan sul palco, che Elio trasforma in un vero mattatore della serata, usandolo per frustare Mangoni, poi fatto cantare su Tapparella, e infine canonizzato a nuovo membro degli Elio e L.e Storie Tese (“Mangoni è ancora in attesa che il suo caso venga esaminato”) per acclamazione di un pubblico in delirio che scandisce “POL-LO/ POL-LO”.

Audio: Il suono è quello di un festival live all’aperto di grandi dimensioni, e rende il giusto onore alla migliore band di prog-disco-metal-pop-samba (heavy però) e rock ‘n roll d’Italia.

Setlist: il concerto parte con una brillante cover di Baba O’Riley (“un pezzo che parla di pasticceria”) che vede alla voce un inatteso Rocco Tanica, seguita da Burattino senza fichi e da uno dei pezzi di punta dell’ultimo lavoro degli EelST (almeno per chi scrive): Gargaroz. Segue una scherzosa polemica sanremese coi Soliti Idioti sul tema dell’omosessualità (“noi il tema lo avevamo già trattato molto prima di loro… poi è arrivato Povia e ha messo tutti a posto”) che introduce una versione bluesy e rallentata di Omosessalità, con tanto di testo tradotto in inglese letterale. Poi entra Mangoni ed è l’ora di Pilipino Rock e di Heavy Samba (il pezzo di Studentessi con Irene Grandi, che viene magnificamente eseguito da Paola Folli, la vocalist degli EeLST). E poi è la volta di un sentito omaggio agli Area con Come gli Area (“che se non fossero nati in Italia ora sarebbero venerati in tutto il mondo”) a cui segue la dissertazione di Rocco su “cos’è l’Internet” (con l’apocalittica previsione “i dati che abbiamo a disposizione dicono che fra qualche mese l’Internet chiuderà, la prima cosa che scomparirà sarà il creampie…”). Il pezzo comico introduce ovviamente Enlarge Your Penis, il brano che analizza approfonditamente le problematiche della rete. Un’altra problematica trattata questa sera è la condizione dei venditori porta a porta (“credete che un gruppo come, che so, i Kasabian, quando hanno scritto la loro Velociraptor si siano chiesti quello che ha dentro un venditore porta a porta?”) che insinua in scaletta la storica Abbecedario. Due parole su Formigoni per dare il via a Parco Sempione, il brano che sviscera invece le problematiche dei parchi urbani milanesi: dai bonghi suonati male da rasta improvvisati, fino alla scomparsa del Bosco di Gioia, “rasato” per fare posto al cantiere per il Palazzo della regione Lombardia. Mangoni entra di nuovo in scena su Il Rock and Roll per interpretare appunto lo spirito del rock, e infine La bella canzone di una volta con le sue “capinere” fa partire il party disco’70 tra Born to Be Abramo e Discomusic, (che vede uno spericolato Mangoni in versione drag queen fucsia arrampicarsi con tanto di tacchi e boa di struzzo sui sostegni laterali del palco, manco fosse Axl Rose). E poi i bis: si aprono con il classicone rock ‘n roll di Elton John Saturday Night’s Alright For Fighting (Paola Folli ovviamente alla voce) e terminano sull’immancabile Tapparella con il pubblico che inneggia ovviamente a Panino, e alla new-entry “il Pollo”.

Momento Migliore: sceglietene uno di cui sopra.

Pubblico: Fedele e affezionato, molto trasversale per età, vestiario e passioni musicali. Per lo più trentenne. E anche abbastanza numeroso, tutto considerato: Studentessi, l’ultima fatica discografica degli Elii, ha ormai più di quattro anni sulle spalle, e Gattini del 2009 è in definitiva solo una (bellissima) raccolta di brani risuonati. Ma Elio lo si va a vedere anche così, come si va a bere una birra a metà settimana con quell’amico simpatico e rilassato con cui stai tanto bene.

Locura: L’urlo straziante che emette il pollo di gomma quando spremuto durante Tapparella.

Conclusioni: Gli EelST sono sempre uno spettacolo, anche solo per ricordarsi come suonano dei veri musicisti. Sembrerebbe comunque trascorso il tempo necessario per far uscire un nuovo album. Mr. Stefano Belisari, sollecitato dal pubblico che chiede nuovo materiale, risponde così: “disco nuovo è una brutta parola”. E… perché mai?

Le Foto non si riferiscono alla data recensita. Di Nicola Abbiuso (tramite wikipedia)