Meno di venti date in Europa quasi tutte sold-out. I Tame Impala tornano in Italia a poco più di un anno dalla loro prima e unica apparizione (sPAZIALE Festival,To) per presentare “Lonerism”, secondo album uscito nei primi giorni di ottobre.
Attitudine e Visual: Fulmini, saette e boccacce dei Rolling Stones: il soffitto dei Magazzini è già allestito per la festa glam-rock del venerdì sera a cui evidentemente i Tame Impala non sono stati invitati. Kevin Parker, del resto, è più tipo da sandali e maglietta organica; suona ad occhi chiusi e non si scompone più del necessario. Le luci si concentrano prima sul palco e poi parallelamente al soffitto mentre su.gli schermi alle spalle della band si formano le consuete figure concentriche presenti fin dalla copertina di Sundown Syndrome.
Audio: La struttura dei Magazzini Generali di sviluppa in lungo e, per quanto le casse vengano poste in alto, nelle retrovie il suono arriva zoppo di molte informazioni. I Tame impala suonano in modo fluido, la ricerca maniacale del sound passa attraverso i riff ovattati e le armonie gommose dei sintetizzatori che favoriscono la fruibilità di un impianto comunque buono, ma costretto in gabbia dai limiti imposti per legge.
Setlist: Be Above It, Endors Toi, Solitude Is Bliss, It Is Not Meant To Be, Music To Walk Home By, Elephant, Feels Like We Only Go Backwards, Alter Ego, Mind Mischief, Why Won’t To Make Up Your Mind?, Desire Be Desire Go, Keep On Lying, Apocalypse Dreams, Half Full Glass Of Wine.
Momento Migliore: Difficile trovare lo scatto migliore di un concerto che si apprezza per la sua omogeneità e nella sua interezza. I Tame Impala sono tra i migliori esponenti della psichedelia contemporanea che attinge dai sixties e si colora di pop; ingannano il pubblico con stacchi improvvisi e partenze repentine, dilatano il suono e allungano come plastilina le trame dei loro pezzi. Half Full Glass Of Wine, primo singolo assoluto della band, viene tirato fino a diventare irriconoscibile e chiude lo show tra gli applausi.
Pubblico: L’unica data italiana dei Tame Impala registra il tutto esaurito fin dal primo pomeriggio; a detta degli organizzatori quasi tutti i biglietti sono stati venduti negli ultimi due giorni e fuori dai Magazzini qualche ritardatario cerca disperatamente di accaparrarsi i tagliandi dei rinunciatari.
L’età è compresa tra i 20 e i 35 anni; spiccano barbe, parka e occhiali rotondi. Noi rientriamo vergognosamente nella media.
Locura: Non ce ne vogliano i Tame Impala, ma la locura è tutta nostra che per arrivare al concerto abbiamo superato il guasto dei tergicristalli sotto la pioggia in autostrada (con conseguente pit-stop dal meccanico) e il traffico del raccordo milanese nell’ora di punta.
Conclusioni: Il live inizia puntuale alle 20.55 (come segnalato) senza nemmeno attendere che all’esterno si esaurisca la coda; comprendiamo le esigenze di promoter e locali, ma il pubblico, che spesso arriva da lontano, andrebbe maggiormente tutelato. Poca roba in ogni caso… chi ha apprezzato la band di Perth su disco non può che uscire soddisfatto da questo concerto.
Le foto non si riferiscono alla data recensita