Pino Saulo è autore e produttore di programmi radiofonici per la Rai (su tutti l’ormai storico Battiti), critico jazz e non solo, perennemente informa e si informa sulle avanguardie sonore della musica in Italia, e già solo per questo meriterebbe menzioni d’onore un po’ ovunque. Proprio questo percorso l’ha portato ad ideare il festival “Viva!” (evento nell’evento RomaEuropaFestival con cui ci onoriamo di collaborare) che si terrà dal 17 al 25 novembre al Circolo degli Artisti.
La prima rassegna di musica nuova italiana dove si esibiranno gruppi come i Tumble, Hobocombo, Mombu (da noi intervistati tempo fa), In Zaire e molti altri che potete trovare nel programma completo di RomaEuropaFestival qui:
Con l’occasione abbiamo chiesto a Pino Saulo quali cd girino nel suo lettore, non ci aspettavamo certo titoli scontati e così non è stato. Eccoli a voi:
Wadada Leo Smith – Ten Freedom Summers
Gigantesco. Wadada rilegge la stagione dei diritti civili e delle lotte degli afroamericani in maniera mai scontata, mai retorica. Tromba lancinante, voragini di silenzi, pieni esasperati. Il suo quartetto si stira fino a diventare un quintetto e si espande con un’orchestra da camera. Vertiginoso.
Neneh Cherry & The Thing – The Cherry Thing
Uno dei dischi più belli dell’anno. Neneh aggiunge parole e fuoco alle musiche di Ornette Coleman e del padre putativo Don. Riprende temi dei Suicide, di MF Doom e Martina Topley-Bird e li fa volare in alto insieme a uno dei gruppi più potenti in circolazione: The Thing.
Rob Mazurek Pulsar Quartet – Stellar Pulsations
Mazurek sembra non sbagliare un colpo. Con il suo quintetto, con il trio, con i Sao Paulo Underground, con il Chicago Underground duo, con la Exploding Star Orchestra macina musica al di fuori di qualunque definizione che si nutre (alla fonte) di tutto quello che di meglio ha fatto il jazz. Musica altamente psichedelica.
Meshell Ndegeocello – Pour Une Âme Souveraine. A Dedication To Nina Simone
Un incontro che doveva succedere, prima o poi. Meshell riprende alcuni brani dal repertorio di Nina Simone e ne da una sua lettura. Meshell è grande, Nina Simone immensa.
Flying Lotus – Until The Quiet Comes
Non è tutto bello, ma alcuni momenti, come quello con Erykah Badu, valgono la pena. Forse è un po’ sopravvalutato ma ha tante idee e le mostra tutte.
Dinamitri Jazz Folklore – La Società Delle Maschere
Una delle migliori formazioni italiane. Selvaggi, appassionati, poetici, divertenti, rigorosi, stimolanti…
Godspeed You! Black Emperor – Allelujah! Don’t Bend Ascend
Un ritorno molto gradito, sull’onda delle proteste degli studenti del Quebec, per un suono fatto ancora essenzialmente di lunghissime cavalcate anche se stavolta sperimentano pure con due tracce brevi. A forza di spingere ed esagerare riescono ad arrivare alla rarefazione estrema.
Rickie Lee Jones – The Devil You Know
Inaspettato. Fragile, essenziale. La produzione è di Ben Harper e le sue cover dei brani dei Rolling Stones sono forse le uniche possibili.
Cody Chesnutt – Landing On A Hundred
Il precedente, oramai tanti anni fa, era un capolavoro: bozzetti, frammenti, idee snocciolate quasi senza pudore. Qui si cambia registro e al minimalismo low-fi di “The Headphone Masterpiece” subentra il massimalismo di una formazione robusta e di arrangiamenti elaborati. Però è bellissimo sentire la sua voce che omaggia Marvin Gaye, Stevie Wonder, Sam Cooke…
Chris McGregor – In His Good Time
Da mettere sullo stereo, a volume alto, la mattina, il pomeriggio, la sera, la notte… Chris McGregor e il suo pianoforte, la musica dei Blue Notes e della tradizione sudafricana. Una ristampa con alcuni inediti che è un regalo.
