Clutch – Earth Rocker

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Al decimo episodio i Clutch tirano fuori il Jolly. Decisi nello smarcarsi dal giogo dei riferimenti e delle etichette, puntano decisi verso il chiarimento formale; “Siamo una dannata Rock’n’roll band”. Derubricate le precedenti catalogazioni – Stoner, Post-Hardcore, Metal e addirittura Grunge –, sembra essere  giunto anche per loro il momento di tirare le somme di un suono mai come oggi coeso.

Per chi vi scrive e ovviamente anche per Tim Sult, Earth Rocker rappresenta il miglior capitolo in assoluto dei nostri, il disco Hard Rock che forse anche voi aspettavate da anni. Tutto nasce dal tour in compagnia dei maestri – Motorhead e Thin Lizzy -, dove si suona, si beve e si carpiscono segreti. Approccio diretto, poco spazio ai fronzoli ed un opener che assomiglia tanto ad una dichiarazione d’amore verso la categoria, Rocker, ovviamente.

Più ci si addentra in questo splendido gorgo “Hard”, più la ricchezza dei richiami si fa intrigante, come nel caso dell’armonica maledetta che introduce  DC Sound Attack, capace di sfociare in uno splendido esempio di Detroit Rock. La spinta in certi episodi è quella del punk – Unto The Breach” –  e  – “Cyborg Bette” – rimbalza in ogni direzione come prevede il vademecum Boogie.

Bellissimo il cameo ai compagni Kyuss in Gone Cold, ricordate, Space Cadet da Welcome To Sky Valley ?, poderoso l’anthem onomatopeico di Book, Saddle And Go. Un centro roboante che sicuramente ci porteremo dietro per tutta l’annata.