Burning House – Walking Into A Burning House

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Più che in una casa in fiamme, con «Walking Into a Burning House» sembra di entrare in una casa degli specchi: lo spettro sonoro proposto, per quanto vasto, viene costantemente distorto da una piacevole attitudine funk. Il risultato finale è un simpatico esperimento in cui si cerca di mascherare la matrice funk del disco con le contaminazioni più disparate, dalla dance («Post Party Stress Disorder») al jazz («Scatterbrain»), con risultati imprevedibili e stimolanti. Non è tutto oro quel che luccica, tuttavia, e spesso durante l’ascolto si ha l’impressione che le produzioni di Chief Xcel (beatmaker extraordinaire della scena Californiana) siano di molto predominanti sugli spunti un po’ fiacchi proposti dall’eclettico tastierista Hervé Salters che, sebbene apporti alle tracce una dinamicità altrimenti latente, non prende mai davvero il sopravvento.

Il prodotto di questo approccio è un beattape (le parti vocali ci sono, ma sono sempre e solo funzionali ai beats) di ottima fattura, che però avrebbe potuto essere molto di più. L’originalità delle produzioni non fa che accentuare la sensazione che del potenziale sia rimasto inutilizzato, in quanto ogni traccia fa presagire una svolta che nella maggior parte dei casi non arriva.

Quello che avrebbe potuto essere il coronamento di una collaborazione prolifica e duratura, insomma, rimane semplice conferma di qualcosa che era già consolidato. Ciò non è poco, sia chiaro, ma per chi già apprezzava Chief Xcel nei Blackalicious la casa era già in fiamme, mentre per tutti gli altri «Walking Into a Burning House» rimarrà una piacevole quanto effimera illusione sonora.

[schema type=”review” name=”Burning House – Walking Into A Burning House” author=”Vincenzo De Lucia” user_review=”3″ min_review=”1″ max_review=”5″ ]