Toy @ Circolo Degli Artisti [Roma, 31 marzo 2014]

Attitudine e Visual: Attitudine indie-rock su caustico impianto psichedelico sporcato di impeti shoegaze, lacerazioni kraut e deviazioni post punk, questi sono in sostanza i Toy, che al Circolo degli Artisti sembrano quasi stravolgere il proprio repertorio in studio, intensificandone il suono. Nella dimensione live infatti il sound della band acquisisce maggiore carica, maggiore forza propulsiva, impregnando le trame ritmiche di macchie fortemente acide e lisergiche sporcate di intensità rumorista ed energia noise, tra vortici di fumo, istanti in trasparenza, ombre e sagome in controluce e abbaglianti fasci luminosi puntati dritti verso il loro pubblico. I cinque sul palco spingono così il pedale dell’elettricità, costruendo architetture pungenti e vibranti vampate sonore. L’ascolto distorto e dilatato ha la meglio sulla nebulosa visione delle figure sul palco, mentre il gioco di synth, tastiere, chitarre, basso e batteria si fa via via più serrato e spontaneamente si confondono e si amalgamano i limiti tra sonorità e stratificazioni sonore.

Audio: La voce di Tom Dougall sembra, volutamente o meno, relegata a mero ruolo di comprimaria, a tratti quasi indefinibile, e sovrastata dal muro di suoni degli strumenti, mentre la piccola imperfezione sonora diviene segno di efficacia naturale ed energia spontanea.
Toy
Setlist: In quasi un’ora e un quarto di concerto la band attinge da entrambi gli album (Toy – 2012 e Join The Dots – 2013) aprendo il live con la lunga strumentale Conductor per poi proseguire conColours Running Out, As We Turn, It’s Been So Long, Kopter, Dead & Gone, Fall Out Of Love. La chiusura viene affidata, senza bis, a Join the Dots.

Momento migliore: I momenti nutriti di variazioni armoniche massicce, di lunghe code strumentali destrutturate dall’acidità ritmica e dalla ruvidezza rumorista del suono.

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Pubblico: Buona affluenza di pubblico. Un corposo miscuglio generazionale di tutte le età, sempre pronto ad applaudire, annuire, a ballare e ondeggiare durante tutta la durata del live.

Locura: NP

Conclusioni: Nonostante la giovanissima età, sul palco i Toy si dimostrano maturi e padroni delle loro potenzialità. Salta agli occhi la naturalezza nel dare un taglio del tutto personale e spontaneo a un sound ampiamente sviscerato negli anni da molte altre band affini e la capacità di rendere live ancor più incisivi ed energici i pezzi in studio con un vezzo rivolto a più copiose sporcature sonore. Un concerto il loro paragonabile a una cavalcata lisergica su impervie strade, dagli stili sonori differenti, sovrastate da feedback.