The Last Shadow Puppets – Everything You’ve Come To Expect

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Fin troppo facile avviare un discorso sul secondo album dei Last Shadow Puppets sulla base di quel titolo che allude al tema delle aspettative. Ma il fatto è che Alex Turner, con gli Arctic Monkeys si è portato così avanti che un lavoro come questo rischia di non aggiungere moltissimo, sia alla sua carriera che al marchio TLSP stesso. Già, perché The Last Shadow Puppets è un supergruppo prima ancora di essere un duo. Oltre a Miles Kane sono ancora della partita James Ford (Simian e poi Simian Mobile Disco) alla batteria oltre che in produzione e il signor Owen Pallett, anche stavolta prezioso nel curare le orchestrazioni.

I singoli, va detto, ci sono: “Aviation”, messo lì in apertura, quasi a illudere che tutto l’album stia su quel livello, è rock sofferto, spremuto, sensuale e rétro, come da aspettative. “Bad Habits”, tra alcuni cliché e un riuscitissimo lavoro di fiati, crea una calda atmosfera di sangue e arena. Ma non tutte le tracce, appunto, funzionano come atteso: tengono botta alcuni dei passaggi più contemplativi, come “Used To Be My Girl” e la title track “Everything You’ve Come To Expect”. Quest’ultima, caso certamente non isolato, annovera alcuni bei passaggi dall’alone spectoriano (merito probabilmente di Pallett e Ford). Ci sono ancora gli anni sessanta, dunque, con i riferimenti, gli umori e l’immaginario tutto. Alex Turner ha accentuato la modalità da crooner che ormai padroneggia piuttosto bene, dopo il lungo training negli Arctic Monkeys. Miles Kane, nel suo contributo, sembra un po’ sacrificare certi ritornelli facili e l’aura marcatamente brit della sua produzione solista. I riferimenti mediamente sessisti nei testi non ci scandalizzano ma nemmeno ci divertono più.

Otto sono gli anni trascorsi dalla precedente e, fino a poco fa, unica versione dei Last Shadow Puppets. Ad un progetto come questo non si chiedono iniziative destabilizzanti perché, probabilmente, ha più la funzione di una sorta di rifugio, di un sentiero già battuto da ripercorrere, di un ritiro che rigenera. Quindi non vediamo l’ora che gli Arctic Monkeys regalino ad Alex Turner la pressione, lo stress, la tensione che gli fanno produrre le cose migliori.