Eccoci di nuovo all’ Eurovision Song Contest. L’edizione del 2016 si è svolta a Stoccolma all’interno della bellissima Ericsson Globen Arena proprio perché il vincitore dell’edizione del 2015 è stato lo svedese Måns Zemerlöw.
Le regole sono sempre quelle dell’anno scorso (che potete leggere qui) tranne per una, fondamentale, che è stata cambiata per la prima volta quest’anno dal 1975. Fino all’anno scorso il voto delle giurie e il televoto erano uniti e veniva estrapolato a seconda di uno strano e misterioso algoritmo che faceva ben prevedere il vincitore durante il corso dello spoglio – soprattutto se lo scarto di punti era massiccio. Ora le due votazioni sono separate e al momento del sorteggio delle ultime quattro nazioni (che sono di conseguenza quelle che hanno preso più voto da parte del pubblico votante) si può assistere ad un vero e proprio ribaltone.
Le delegazioni delle nazioni assegneranno, come di consuetudine, un minimo di un punto e poi così via fino agli 8 punti; poi si va direttamente a 10 punti e, in fine, come punteggio più alto 12. In diretta da ogni paese si comunica solo a chi vanno i famosi “twelve points”.
Ci sono diverse nazioni che non partecipano a questa edizione e sono: Andorra, Lussemburgo, Portogallo, Principato di Monaco, Romania, Slovacchia e Turchia. I motivi sono vari. Molte nazioni non partecipano da svariati anni (l’Italia ha partecipato nel 2011 dopo 13 anni di assenza) e ci sono un paio di curiosità da sottolineare: il caso vuole che il Portogallo non abbia mai partecipato all’edizione svedese, Andorra non partecipa per motivi economici, la Romania aveva presentato il cantante e la canzone, era stata accettata e inserita nell’elenco dei concorrenti ma è stata cacciata all’ultimo perché da anni non pagava i contribuiti all’EBU – l’European Broadcasts Union, di fatto l’impianto organizzativo che sta dietro all’Eurovision Song Contest.
Torna l’Ucraina che l’anno scorso aveva mancato la gara per protestare contro la guerra civile e le invasioni da parte della Russia. Durante il Contest può capitare di ritrovare cantanti che hanno già partecipato a passate edizioni, senza ovviamente aver vinto in quanto è proibito che un vincitore ritenti in futuro la gara.
Fra le varie curiosità si è parlato della Bielorussia, il quale cantante, Ivan, avrebbe voluto interpretare il proprio brano nudo con dei veri lupi sul palco. Proibite entrambe le scelte perché secondo le regole dell’Eurovision Song Contest non si possono esibire nudità né si possono portare animali vivi in scena – anche se ancora nessuno ha deciso di portare animali morti.
Per la prima volta nella storia dell’Eurovision Song Contest è stato invitato un ospite internazionale. Justin Timberlake era in Europa per promuovere il suo ultimo film e ha steso tutto il Globen con un mega-medley di 10 minuti composto dai suoi singoli più famosi – per l’occasione, la sua band ha suonato dal vivo, mentre tutti i brani del Contest sono pre-registrati.
Durante lo svolgimento del voto si percepisce come al solito quella logica geopolitica ben allineata, nella quale i paesi del Nord Europa si votano fra di loro e idem quelli dell’agglomerato dell’Ex-Unione Sovietica. Quest’anno, visto che tutto il Nord Europa, tranne la Svezia, è stato escluso dalle finali, quest’ultima si è presa molti punti dalle giurie delle vicine Finlandia, Danimarca, Norvegia e Svezia mentre hanno letteralmente bastonato l’Italia e la Russia, il cui brano, balzato in cime alle preferenze fin da subito, ha poi ricevuto tantissimi 8 o 10 punti da quasi tutte le altre nazioni.
La battaglia del televoto, presentata dopo il voto delle nazioni, è stata elettrizzante ribaltandoo la top-5 presente fino a quel momento. In un bellissimo scontro musicale, ma implicitamente anche politico, la Russia e l’Ucraina sono rimaste in ballottaggio fino alla fine e, grazie al voto da casa Jamala il vincitore è risultato Sergey Lazarev. L’Australia, che fino a quel momento era in prima posizione è scesa in quarta posizione superata alla fine dalla Polonia che si è accaparrata la terza posizione. Alla fine vince l’amore e la pace, e come spesso si dice: “la politica divide e la musica unisce”. L’Ucraina si è presa così la rivincita su una delle nazioni più favorite degli ultimi anni; nazione che, politicamente parlando, è ancora ben lontana dal clima “rainbow” dell’Eurovision Song Contest.
Prima Semifinale
- (Finland) Sandhja – Sing It Away
- (Greece) Argo – Utopian Land
- (Moldova) Lidia Isac – Falling Stars
- (Hungary) Freddie – Pioneer
- (Croatia) Nina Kraljić – Lighthouse
- (Netherlands) Douwe Bob – Slow Down
- (Armenia) Iveta Mukuchyan – LoveWave
- (San Marino) Serhat – I Didn’t Know
- (Russia) Sergey Lazarev – You Are The Only One
- (Czech Republic) Gabriela Gunčíková – I Stand
- (Cyprus) Minus One – Alter Ego
- (Austria) ZOË – Loin d’ici
- (Estonia) Jüri Pootsmann – Play
- (Azerbaijan)Samra – Miracle
- (Montenegro) Highway – The Real Thing
- (Iceland) Greta Salóme – Hear Them Calling
- (Bosnia & Herzegovina) Dalal, Deen, Ana & Jala – Ljubav Je
- (Malta) Ira Losco – Walk on Water
Esiti: non parteciperanno alla finale Finlandia, Grecia, San Marino, Bosnia & Herzegovina, Malta, Moldavia, Estonia, Islanda.
Seconda Semifinale
- (Latvia) Justs – Heartbeat
- (Poland) Michał Szpak – Color Of Your Life
- (Switzerland) Rykka – The Last Of Our Kind
- (Israel) Hovi Star – Made Of Stars
- (Belarus) Ivan – Help You Fly
- (Serbia) Zaa Sanja Vučić – Goodbye (Shelter)
- (Ireland) Nicky Byrne – Sunlight
- (FYR Macedonia) Kaliopi – Dona
- (Lithuania) Donny Montell – I’ve Been Waiting For This Night
- (Australia) Dami Im – Sound Of Silence
- (Slovenia)ManuElla – Blue And Red
- (Bulgaria) Poli Genova – If Love Was A Crime
- (Denmark) Lighthouse X – Soldiers Of Love
- (Ukraine) Jamala – 1944
- (Norway) Agnete – Icebreaker
- (Georgia) Nika Kocharov and Young Georgian Lolitaz – Midnight Gold
- (Albania) Eneda Tarifa – Fairytale
- (Belgium) Laura Tesoro – What’s The Pressure
Esiti: se ne vanno Svizzera, Bielorussia, Slovenia, Danimarca, Norvegia, Albania, Irlanda, Macedonia.
Finalisti
- (Francia) Amir – J’ai cherché
- (Germania) Jamie-Lee – Ghost
- (Italia) Francesca Michielin – No Degree of Separation
- (Spagna) Barei – Say Yay!
- (Svezia) Frans Jeppsson Wall – If I were sorry
- (United Kingdom) Joe & Kane – You’re not Alone
Considerazioni
È interessante notare come solo a distanza di un paio di edizioni l’Eurovision Song Contest si sia scrollato di dosso quella fortissima componente “tamarra” di chiara derivazione eurodance, electropop con composizioni progressive epiche e quasi pop-trance.
Per la gioia delle nostre orecchie questa edizione è risultata priva di tutte quelle composizioni balcan-folk-zigan-gypsy-klezmer che da sempre emergono dai rispettivi paesi del sud-est europeo. Perfino la Francia (che continua imperterrita in diretta a parlare esclusivamente francese) ha ceduto verso un brano prettamente in inglese. Addirittura la Spagna ha rinunciato al suo classico mosaico folkloristico e tradizionale. Questo di riflesso ci fa capire quanto l’Italia sia ancora molto indietro rispetto agli standard dell’Eurovision Song Contest, e rispetto alle nazioni appena citate. La nostra Francesca è stata lungimirante nel proporre un ritornello in inglese, ma poteva osare molto di più ribaltando la traduzione del testo ed eseguire tutte le strofe in inglese e il ritornello in italiano o, meglio ancora, cantare tutto in inglese. Purtroppo, sembra che nella testa dei nostri produttori e compositori questa sia ancora un’idea non percorribile e questo continuerà a collocarci sempre attorno ai satelliti più esterni della musica pop europea.
L’impressione generale è quella che i compositori e i produttori di questo Eurovision Song Contest abbiano attinto a piene mani dalle influenze del pop inglese degli ultimi 6-7 anni aumentando di conseguenza la qualità delle proposte ma, come una sorta di arma a doppio taglio, tutti i pezzi tendevano ad assomigliarsi e ad omologarsi, lasciando quasi solo all’interpretazione vocale gli assi nella manica.
Le performance che ci hanno convinto di più sono state fin da subito quelle di Cipro e della Georgia: è sempre abbastanza strano trovare delle band rock all’interno dell’Eurovision Song Contest. Coraggiosa e ben premiata la prestazione della Lituania, brano praticamente IDM-techno composto da Aminata Savadogo, colei che l’anno scorso si distinse proprio per una scelta stilistica analoga e diversissima dal resto della manifestazione. Un’ottima vena pop in piena analogia col contest è stata fornita dall’Australia, dall’Azerbaijan e, ovviamente, dalla Russia che, come una perfetta macchina da guerra ha puntato sul brano più orecchiabile, e con il più complesso apparato scenografico.
Però è stato anche impossibile non rimanere affascinati dalla potenza dell’Ucraina: Jamala ha saputo passare con estrema facilità e coerenza attraverso diversi registri vocali e diversi generi musicali.