Fear of Men – Fall Forever

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Un nuovo dream-pop arriva da Brighton e porta fuori da un’Inghilterra esclusivamente estiva tutta la brillantezza toponomastica che gli appartiene geograficamente. I Fear of Men, gruppo con alle spalle cinque anni di convivenza musicale e un esordio discografico accattivante (Loom), sanno muoversi con estrema precisione nella leggerezza della loro musica. Dopo un tour assieme ai Lower Dens – autori dell’acclamato e sognante Escape From Evil – la band capitanata dal caschetto geometrico di Jessica Weiss è tornata in studio per concentrarsi sugli ultimi ritocchi di quello che sarebbe stato, alcuni mesi dopo, Fall Forever.

We changed quite a few things on the album after playing the songs live. When you create an album with computers, and then take it out to play live, you have to bring that humanity back in.

Con momenti che oscillano tra Julianna Barwick (Vesta) e gli zebrosi, primi Beach House (Until You), i Fear of Men compongono una mezz’ora di godibilissimo dream-pop. Loom non fa più paura, Fall Forever è permette il salto di qualità, superando con lode la famosa nonché destabilizzante prova del secondo disco. A livello sonoro ci sono dei cambiamenti notevoli sebbene non nucleari: le caute sperimentazioni elettroniche danno un nuovo gusto all’intreccio voce-chitarra, i momenti ambient si fanno riempitivi e funzionali, le chitarre invece si reinventano synth.

Quest’ultima è una particolare esigenza di ibridismo alla quale avevamo già accennato qualche recensione fa parlando di Paradise, l’ultimo prodotto degli altrettanto rapidi e sintetici White Lung. L’impegno principale per Falvey, chitarrista dei Fear of Men, è stato trovare, come dice lui stesso: “how to make guitars sound like strong synthesisers, but with an organic quality that only a guitar could bring. We’re very interested in combining those worlds”. Il risultato, per quanto non innovativo, si incastra con precisione a quelle che erano le intenzioni del gruppo.