| Acquista: | Data di Uscita: | Etichetta: | Sito: | Voto: (da 1 a 5) |
| 28 Aprile 2017 | Annibale | bandcamp |  |
Dei giovani Plastic Man, al secondo full length, piace il punto di vista. L’assunto, che mettono ampiamente in pratica in questo Sounding Acquarium, si basa sulla concezione di una Rock music dalle peculiarità autorigenerative – che si muovono in concerto con l’avanzare del tempo e della tecnologia. Ad ogni decennio la sue sfumature; spesso aggiornamenti orgogliosi (e non per forza riusciti) di un passato sempre più indiscutibile.
Il quartetto Fiorentino che si fece apprezzare per il buon esordio (“Don’t Look At The Moon“), nel frattempo ha subito qualche avvicendamento all’interno della propria lineup, oggi così composta: Raffaele Lampronti (voce, chitarra), Giacomo Papini (batteria), Mattia Gabrielli (basso, voce) e William Cavalzani (chitarra, voce).
Del resto, non si consideravano una band segnatamente Garage-Psych neanche due anni fa (e non lo sono mai stati nella forma), figuriamoci oggi che hanno messo in vetrina il loro amore per i classici. Niente “Back From The Grave” insomma, nel pantheon si posizionano invece i ben più noti: Beatles, Kinks e Pink Floyd.
Alla luce del nuovo Sounding Acquarium risulta evidente quanto il Garage di cui sopra sia in realtà una scoria lasciata dal passaggio del revival d’inizio millennio – The Hives, Strokes, White Stripes –, che i nostri hanno saputo convogliare all’interno di un canovaccio dalle tinte psichedeliche. Parliamo di sfumature sixties che incontrano gli Arctic Monkeys (“Don’t Say Anybody What I Told You“) e abbozzi Heavy (“Joy And Sorrow“) che abbracciano un’estetica à la Josh Homme (dei Them Crooked Vultures) in “Forecast Trend“.
Sebbene la ragione sociale derivi da un brano dei Kinks (e da un supereroe americano), rimangono certe linee beatlesiane a farla da padrone, coadiuvate da un approccio anni zero – com’è giusto che sia. Dicono che non disdegnerebbero nemmeno un’esperienza nel calderone putrido di Sanremo, vorrebbero utilizzare quell’orchestra: potrebbero in effetti stupire.
