Johnny Cash – Man in Black

Man
in Black, “l’uomo in nero” così tutti chiamavano
Johnny Cash; Ora purtroppo il grande cantante americano non è
più tra noi. Johnny se lo sentiva che la sua vita stava per finire,
quando il 15 maggio scorso la sua amata June se ne è andata aveva
dichiarato “ci rincontreremo presto
in cielo”
, e così è stato. Troppo grande
il dolore per la perdita di quella che è stata la sua compagna
per oltre 35 anni, la donna che lo aveva fatto uscire dal tunnel della
droga e che sempre lo aveva sostenuto nei momenti difficili degli ultimi
anni. Quella di Johnny Cash è stata una vita sempre in prima
fila, per 50 anni ha cantato e urlato le storie che l’America
perbenista non voleva sentire. Originario dell’Arkansas J.R. Cash
nasce il 26 febbraio 1932 da una famiglia di agricoltori. Fin da adolescente
mostra un grande talento per la musica e la poesia. Finiti gli studi
il giovane J.R. si arruola nell’aviazione militare dove acquisisce
il nome di Johnny visto che l’esercito nona accettava nomi composti
solo da iniziali. Finito il periodo sotto le armi,trascorso in parte
in Germania, decide di trasferirsi a Memphis in cerca di fortuna come
musicista; siamo nei primissimi anni 50 e il momento è propizio:
da poco Elvis aveva lasciato la Sun Records per firmare con la RCA e
la piccola etichetta era in cerca del suo sostituto. E’ il 1955
quando Johnny Cash si presenta al cospetto di Sam Phlips ( lo scopritore
di Elvis, Jerry Lee Lewis e molti altri) per una audizione. Il manager
era alla ricerca di una nuova star del rock & roll ma si accorge
subito dell’enorme potenziale di Cash ,che presenta un repertorio
country e folk, la sua voce e il suo carisma non possono lasciare
indifferenti e così Sam decide di dargli la possibilità
di incidere. Il primo 45 giri “Cry Cry Cry \ Hey Porter”
fa registrare buone vendite anche se ben lontane da quelle delle stelle
del R&R. Ma è solo il periodo di rodaggio, gia con “Folsom
Prison Blues” le cose migliorano per diventare poi esplosive con
la pubblicazione di “I Walk The Line” che supera il milione
di copie vendute. E’ il 1956 e in poco meno di un anno Cash è
gia una stella di prima grandezza Due anni dopo aveva gia venduto più
di 6 milioni di dischi trasferendosi dalla Sun alla Columbia perché
l’etichetta di Philips non era in grado di pagargli tutte le royalties.
Nelle sue canzoni parla di diseredati, ladri, assassini, carceri e treni,
le sue storie vengono dirette dalla strada e colpiscono subito il pubblico
americano per la loro grande onestà. Per tutti gli anni 60 la
stella di “the Man in Black “ (soprannome derivato dalla
sua mania di vestirsi sempre di nero che come dirà lui significava
il “voler rappresentare gli oppressi”
e dal titolo di una sua canzone) diventa sempre più splendente;
Cash fa anche 300 concerti l’anno e l’enorme stress a cui
è sottoposto lo spinge sulla strada dell’alcool e delle
droghe. Questa sua dipendenza gli crea non pochi problemi facendo fallire
il suo primo matrimonio (con Vivian Liberto con la quale si era sposato
giovanissimo) e minandone gravemente la salute. Viene anche arrestato
per introduzione illegale di droghe nello stato del Texas e finisce
nel carcere di Folsom. L’incontro con June Carter (della Carter
Family con cui avrà 5 figli) è provvidenziale.
Grazie al suo supporto e al suo amore Johnny si libera dalla schiavitù
della droga e nel 1968 ritorna sulla scena con quello che a tutt’ora
è il suo disco più famoso “Johnny Cash at Folsom
Prison” bissato l’anno seguente da “Johnny Cash at
San Quentin”. Cantando in mezzo ai carcerati Cash ritrova lo smalto
di un tempo e si riavvicina a quei personaggi e a quelle storie che
ha sempre amato. Gli anni 70 sono il suo periodo d’oro, incide
una quantità impressionante di dischi e viene inserito nella
“Country Music Hall of Fame” a soli 48 anni (il più
giovane di sempre). Sempre in questo periodo fonda con Willie Nelson,
Waylon Jennings e Kris Kristoferson gli “Higwaymen”; partecipa
a diversi film e scrive la sua autobiografia “The Man in Black”
che diventa un best seller vendendo oltre 2 milioni di copie. Gli anni
80 vedono la sua popolarità calare di molto, il suo country sporco
e polveroso non attira più il pubblico americano che preferisce
il nuovo country pop di Nashville. Negli anni ’90 a sorpresa Johnny
firma per la American di Rick Rubin con cui registra 4 splendidi album.
Purtroppo il suo stato di salute è sempre più precario,
gli viene diagnosticata una forma di diabete associata a disturbi respiratori
che ne provoca la morte il 12 di settembre all’età di 71
anni. Per quasi mezzo secolo Johnny Cash è stato il portabandiera
della musica tradizionale americana, egli era in grado di interpretare
alla grande country, folk, blues e gospel grazie alla sua incredibile
voce baritonale che da sola valeva più di una intera orchestra.
Per tutta la sua vita si battuto in difesa degli oppressi prendendo
pubblicamente posizione contro la pena di morte e le orribili condizioni
di vita dei carcerati americani. La sua battaglia in difesa dei più
deboli lo portò anche ad essere minacciato di morte dal Ku Klux
Klan per aver preso le difese in “nativo americano” nella
canzone “The Balald of Ira Hayes”. Cash si è sempre
sentito vicino al popolo, della sua musica amava dire: “Le
mie radici provengono dalla gente che lavora, da quelli che si guadagnano
il pane duramente giorno dopo giorno. Cantoper le voci che sono ignorate
o soppresse dal mondo dello spettacolo,per non parare del sistema politico
e scolastico”
. Grazie alla sua grande onestà
si è guadagnato la stima di tutti i suoi colleghi, Bob Dylan
(con cui ha collaborato nel celebre Nashville Skyline) lo ricorda così:
Era
un punto di riferimento, il più grande tra i grandi… quella
voce toccante, misteriosa, profonda pareva venire direttamente dal centro
della terra. Johnny svetta al di sopra di tutto; non morirà mai
ne sarà mai dimenticato e questo nei secoli dei secoli”
.
Rick Rubin il produttore che con lui ha condiviso gli ultimi anni di
carriera dice: “Era una persona umile, la
sua vita pare un tiro alla fune e in tutti i 10 anni passati a lavorare
assieme io l’ho sempre visto dalla parte vincente della corda”

Tom Waits ricorda “Quando c’è
Johnny Cash alla radio nessuno cambia canale”
Willie Nelson
“Johnny Cash trascende ogni confine
musicale”
, John Mellencamp: “Johnny
Cash is an amrecian original, incomparabile e senza compromessi”.

Mick Jagger: “E’ una grandissima
perdita per tutti noi, le canzoni di Cash sono alla base del nostro
repertorio”
, Bono “Era
una quercia in un giardino pieno d’erbacce, io mi consideravo
un suo amico, lui mi considerava un suo fan. Mi concedeva questo lusso”
.
Nick Cave ricorda “La ricchezza enorme
della sua voce, inferno e paradiso assieme”
.
Con
Johnny Cash scompare una delle ultime grandi leggende viventi della
musica popolare americana; con le sue canzoni ha attraversato 50 anni
di storia sempre da protagonista restando sempre fedele ai suoi ideali
di uguaglianza e libertà: Di lui ci restano i suoi dischi, le
sue canzoni, le sue storie sempre attuali e il suo esempio di coerenza
e lealtà verso il pubblico. Personalmente non sono un grande
amante del country moderno, lo trovo melenso e privo di anima ma Johnny
Cash era di tutt’altra pasta rispetto agli attuali eroi di Nashville:
lui alle perline e agli atteggiamenti da divo ha sempre preferito la
strada polverosa. La sua musica esulava dal country puro, era il suono
delle radici americane, quelle del popolo. Sarà perché
a me certe cose sono sempre piaciute ma nella musica di Cash mi ci sono
sempre riconosciuto. In essa ritrovo le origini dei cantautori che amo
di più, qui ci sono Dylan, Springsteen, Neil Young, Willie Nelson,
Tom Petty, Steve Earle e tutti quei musicisti che non si sono mai piegati
al sistema, che hanno sempre detto la verità che i loro occhi
vedevano. Cash si è caricato sulle spalle l’eredità
di Woody Guthrie e Hank Williams, è stato il tramite naturale
tra generazioni diverse nel segno dei valori della tradizione americana,
quei valori che l’attuale società sembra aver dimenticato
ma che nelle sue canzoni si percepiscono sempre forti. Non a caso musicisti
appartenenti ai generi più disparati hanno sempre visto in lui
un modello, un punto di riferimento. E’ triste, tremendamente
triste quando un musicista e un uomo di questo calibro ci lascia, di
artisti così ormai non ne nascono più da anni e forse
anche per questo l’industria musicale è ridotta in questo
penoso stato. Speriamo che le nuove leve sappiano fare tesoro dei suoi
insegnamenti così come hanno fatto quei pochi giganti del rock
che ancora resistono. Mi auguro che la sua passione, la sua umiltà
il suo coraggio non vengano dimenticati. A noi rimane nella mente e
nel cuore la sua voce unica, la voce di un America e di un mondo onesti
che purtroppo ora fatichiamo a vedere. Mi consola sapere che ora il
grande Uomo in Nero è lassù con la sua amata June , finalmente
ancora assieme a regalare dolci melodie forse più all’inferno
che al paradiso perché Johnny è sempre stato dalla parte
dei più deboli, di quelli che soffrono. Io lo vedo ad allietare
le anime in pena, come in terra così in cielo. Goodbye Mr
Cash.

DISCOGRAFIA
ESSENZIALE

Qui
di seguito quella che consideriamo la discografia essenziale
di Johnny Cash

Johnny
Cash With His Hot & Blue Guitar
– 1957
The Fabulous Johnny Cash [Columbia] – 1958
Ride This Train – 1960
I Walk the Line [Columbia] – 1964
Bitter Tears – 1964
Ballads of the True West – 1965
At Folsom Prison [live] – 1968
At San Quentin [live] – 1969
A Man in Black – 1971
A Boy Named Sue – 1979
Rockabilly Blues – 1980
Johnny 99 – 1983
Boom Chicka Boom – 1989
American Recordings – 1994