Gubbstock Rock Festival 2012 @ Teatro Romano Gubbio – 16-18 luglio

A Rocklab non dispiace sostenere le piccole realtà in crescita e per questo la nostra webzine si è posizionata tra i media partner di questo festival quasi ventennale, ma solo da pochi anni in fase di crescita, di trasformazione. Da piccola festa per gruppi locali, a vero e proprio festival di 3 giorni in una location di tutto rispetto (il teatro romano di Gubbio), dove poter affiancare giovani artisti della zona a gruppi altrettanto in fase di lancio ma già conosciuti a livello nazionale. Dopo i passaggi di Heike Has The Giggles, Thank You For The Drum Machine, Lombroso, Sakee Sed e Jacqueries, quest’anno tra le 20 band sul palco sono spiccate le performances di The Rust and The Fury e Calibro 35, su cui prevalentemente ci concentreremo.

Attitudine e Visual: Diciamoci la verità, uno dei veri punti forti del Gubbstock degli ultimi anni sta proprio nella location: un concerto rock all’interno di un teatro romano d’età cesariana ha in ogni caso il suo fascino, e ciò riesce a stupire ogni anno i giovani artisti della zona ma anche i gruppi provenienti da fuori. Un signor palco con una buona illuminazione, di fronte ad un pubblico inevitabilmente lontano, seduto sugli scalini della cavea romana, ma comunque caldo e “scenografico”. I gruppi si sono dati da fare per dare spettacolo, i Calibro ci sono riusciti col minor sforzo, accompagnati da proiezioni di spezzoni di film polizieschi anni 70 e non: da una parte i Calibro 35 coperti da passamontagna, dall’altra pezzi di Milano odia la polizia non può sparare e Tarantino. Niente male.

Audio: Anche questo aspetto è condizionato positivamente dal luogo del festival. Si sente che la struttura nasce per avere un ottimo suono, e i fonici che si susseguono per fortuna non cadono nell’errore di voler strafare: non ce n’è davvero bisogno. Il teatro restituisce lo stesso suono in tutti i suoi angoli, e lo fa in modo così netto ed uniforme da non permettere a chi è sul palco di sentire le risposte del pubblico durante le esibizioni. Enrico Gabrielli si è voluto ad un certo punto fermare per accertarsi che sugli spalti ci fosse ancora qualcuno (erano non meno di 500 persone).

Setlist: Il festival ospita qualsiasi tipo di rock giovanile e ci si ritrova davanti un po’ di tutto, dal metal al quasi-pop, fino allo ska e al progressive. I The Rust and The Fury hanno confermato il loro stato di grazia, sulla scia della ottima performance presentata ad Arezzo Wave. Praticamente tutto il repertorio, davvero solido e promettente: Be the one forse rappresenta l’apice emozionale della scaletta. I Calibro 35 snocciolano una ad una le loro colonne sonore con una maestria tecnica indiscussa, tanto da conquistare anche molti scettici non abituati ad un concerto completamente strumentale. Piombo in bocca il pezzo migliore…anzi no, la mia preferita :)

Pubblico: Di ogni tipo, dalle famiglie e gli amici dei giovani musicisti eugubini e della zona, agli appassionati di musica e i curiosi in cerca di una serata alternativa. Per una realtà piccola e musicalmente un po’ chiusa come quella di Gubbio, un grande successo di pubblico su tutte tre le sere, segno di un radicamento dell’evento che fa ben sperare per un’ulteriore crescita futura.

Momento migliore: indubbiamente il finale del concerto dei Calibro, coinciso casualmente con la conclusione della videoproiezione dell’inseguimento finale del film Grindhouse di Quentin Tarantino. Non vi dico come finisce ovviamente, ma c’è calzato proprio a pennello: degna conclusione di una bella performance e di un insieme oggettivamente ben construito dai tanti ragazzi dell’organizzazione.

Conclusioni: Una bellissima esperienza, si è sempre respirata l’aria genuina del festival giovanile organizzato da giovani appassionati che non hanno nulla da perdere e che vogliono solo divertirsi. Una di quelle rarità che vanno preservate (ancor più se si pensa che l’organizzazione è comunale), perché spazi utili ai musicisti in erba per mettersi alla prova e confrontarsi con palchi ed altri gruppi di buon livello.

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