Rockin’ Umbria 2012 @ Perugia – 23-28 Luglio 2012

Anche se non sembra, l’Umbria è terra di grande tradizione musicale, e non solo per Umbria Jazz (ormai Umbria-non-jazz). Rockin’ Umbria è un festival ultradecennale, capostipite della marea di festival che ci sono al giorno d’oggi e che sempre di più tendono a somigliarsi. È stato all’avanguardia, Rockin’ Umbria. Oggi si difende dalla concorrenza e dalla crisi, ancora alla grande. Tra Perugia e Umbertide, una settimana di grandi spettacoli, dagli Afterhours a Patti Smith, da Marky Ramone a Nina Zilli, passando per Lo Stato Sociale. Abbiamo mancato solo il live di questi ultimi, per il resto ecco a voi il nostro racconto.

Attitudine e Visual: siamo sinceri, lo show più degno di questa definizione l’ha portato sul palco Nina Zilli, la meno rock del festival. Grande presenza scenica, quasi televisiva, grande attenzione ai movimenti e ai particolari, suoi e della band: tutto molto soul anni ’50, forse anche troppo. Una vera diva, da capire (in futuro) se solo nella forma o anche nella sostanza. Altra pasta per i veri rockers della rassegna. Patti Smith non ha dovuto far molto per conquistare la scena: tutto può il suo carisma, che compensa un po’ di stanchezza e un’estetica per niente (come sempre) curata, trasformando il tutto in energia rock e commovente interpretazione di ogni suo pezzo. Una colonna della musica non ancora scalfita dal tempo.
Non solo “girl power” però, anzi! Gli Afterhours hanno ribadito la loro solidità anche dal punto di vista scenico, un po’ meno Agnelli-dipendenti grazie agli show individuali di Iriondo e Dell’Era; un palco notevole (lo stesso di Patti Smith, “prestato” da Umbria Jazz) con un set luci di tutto rispetto, anche se non usato con troppa attenzione. E che dire infine di Marky Ramone e dei suoi Blitzkrieg ? Il grande capo sembra un reduce di un mondo perduto, si aggrappa alla sua tinta nera indelebile, e impassibile maltratta la batteria come si chiede ad un vero musicista punk: i suoi giovani e già consumati compagni di viaggio, però, non reggono il passo e rendono il tutto quasi caricaturale.

Audio: ottimo per Patti Smith all’arena Santa Giuliana di Perugia e per Nina Zilli in piazza San Francesco ad Umbertide. Troppa confusione per i suoni degli Afterhours, volumi alti e poco differenziati, con il risultato di una sorta di poltiglia sonora soprattutto nei pezzi più articolati. E Marky Ramone? Mica vorrete una recensione dell’audio di un concerto punk! L’audio è stato…punk!!

Setlist: Buone le scelte di tutti, con gli After alle prese con un difficile bilanciamento tra brani vecchi e nuovi (i nuovi ancora faticano un po’) e tutti a gestire tormentoni, brani storici e il resto del repertorio. Ad Umbertide la gente ancora urla “Hey! Oh! Let’s Go” ripensando ai Ramones con nostalgia.

Pubblico: Ho visto appassionati di rock degli anni 90 e nuovi fan per gli After, signori di 50 anni ballare di fronte a Patti e agli occhi strabuzzati del pubblico più giovane, pochi reduci dell’epoca punk sovrastati da ventenni scalmanati ignari di quel che avevano di fronte (dei Ramones sapevano solo Blitzrieg Pop) e gente in vestito da sera luccicante e tacco a spillo dondolare al ritmo di Nina Zilli.. Ne ho viste di tutti i colori, insomma.

Momento migliore: difficile da individuare, ogni sera ne ha avuto uno. Scegliamo comunque l’esplosione di gioia all’esecuzione di Because the night di Patti Smith, brano di spicco di tutto il festival.

Conclusioni: Bel festival, con picchi di qualità internazionale non molto usuali per la piccola Umbria, e per questo da valutare ancor più preziosi. Salti vertiginosi da un genere all’altro, ma come si dice “ce n’era per tutti i gusti”, e sicuramente nessuno sarà rimasto deluso, me compreso.

Guarda la Gallery