Intervista ai Metz: Da Toronto a Seattle, sola andata

Un trio da Toronto. Nostalgia del periodo grunge e capacità di plasmarla in qualcosa di originale. I Metz sono gli amanti  segreti della Sub Pop, ragazzi semplici, che da ammiratori di quel mondo si sono ritrovati – con merito – a farne parte compiutamente. Ecco come vedono il nuovo orizzonte collaborativo e  come si è sviluppato il loro percorso compositivo.

Vi piace il modo di lavorare della Sub Pop? Cosa avete pensato quando vi hanno proposto di entrare nella loro scuderia?
Noi siamo stati tutti fan della Sub Pop per anni. Loro hanno un incredibile catalogo di band passate e presenti e siamo veramente orgogliosi di farne parte.  Sono stati molto ospitali e ci siamo sentiti fin sa subito a casa. Siamo rimasti scioccati quando abbiamo appreso che avrebbero prodotto il disco. Abbiamo lavorato veramente duro per realizzarlo, ed avere un’etichetta di questo calibro pronta a produrlo è stata una sensazione incredibile.

Avete già diviso il palco con band come: Mission of Burma, Mudhoney, Oneida, Nomeansno, grandi band insomma. Avete qualche storia da raccontarci su questi show? Specialmente della serata in compagnia dei Mudhoney ricordate qualcosa in particolare?
Tutti i gruppi che hai menzionato sono incredibili, e siamo stati veramente fortunati a condividere il palco con loro. I Mudhoney furono veramente il massimo. Per molti motivi erano e sono una band molto importante per noi, anche solo il fatto di poterci bere qualche birra insieme ha acceso il nostro orgoglio. E a Seattle abbiam persino giocato a bowling con Mark Arm!.

Isolati in un fienile con Graham Walsh e Alex Bonnenfant: È questo il potere segreto dietro il vostro suono?
(Ridono) Non c’è nessun segreto nel nostro suono, tranne l’affabilità e le capacità di Graham e Alex. Ci siamo presi un po’ di tempo per sperimentare quello che in studio ci veniva meglio. È molto differente dalle performance live.

In tracce come “Rats” e “Wet Blanket” ho sentito la stessa tensione del primo album dei Nirvana. Possiamo considerare i primi lavori di Cobain come importanti per la nascita della vostra musica?
È bello che tu ci senta questo! Siamo tutti grandi fan dei Nirvana, ma non abbiamo mai scritto canzoni per suonare volutamente come qualcun altro. Scriviamo in modo molto naturale in tre, così quello che viene fuori non ha programmazione, se non quella di renderci felici.

Secondo la mia opinione però “Rats” ricorda molto da vicino “Negative Creep” dei Nirvana.
Siamo grandi fan di quella musica, ma prendiamo ispirazione da cosi tanti tipi di musica, nuova e vecchia, non c’è mai una sola influenza specifica.

Se non foste stati della Sub Pop sareste stati a mio avviso perfetti per la In The Red. Avete mai sentito band come Hunches e Human Eye? Se si, che ne pensate?
Conosciamo queste band e sono fantastiche! Anche la label ci piace, fa uscire grandi band!

La gente riferisce di live “tellurici”. Anche noi vorremmo vedervi all’opera, quando sarete in Italia?
Grazie!! Ci piace divertirci e suonare live! Saremo in Italia in febbraio.

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