Jazz:re:found è giunto alla sua ottava edizione. Le prime cinque sono state sviluppate su di un modello ‘Open Air’ estivo, mentre le ultime due sul diffuso paradigma del ‘City Network’ indoor. Tutte hanno avuto luogo nella città di Vercelli dal 2008 con 2900 presenze, 2009: 4400 presenze, 2010: 5700 presenze, 2011: 7000 presenze, 2012: 8000 presenze, 2013: 4500 presenze per un totale di 32.500 presenze, dato significativo se si pensa che la popolazione a Vercelli è di 40.000 abitanti.
Un nuovo festival in città. Un festival particolare, estroso, pronto ad uscire dai canoni più battuti e prevedibili – esattamente come il “Grand Budapest Hotel” di Wes Anderson, bizzarro capolavoro cinematografico in cui tra le altre cose è stato un italiano a curare la scenografia (premiata da un Oscar), ovvero il pugliese Simone De Salvatore. Ed è proprio De Salvatore a dare il “la” all’immagine (e all’imaginario) scelto da Jazz:Re:Found per presentarsi, con i primi annunci e le prime anticipazioni.
Un nuovo festival in città, ma non si tratta di un nuovo festival. Jazz:Re:Found vanta una storia lunga anni: nato come “piccolo appuntamento fra amici” all’insegna del rare groove e del disco boogie, edizione dopo edizione si è conquistato lo status di uno fra gli appuntamenti più importanti ed intelligenti per quanto riguarda la musica “contaminata”. Le radici sono chiaramente all’insegna della musica black “storica” (jazz, soul, funk, blues) ma le declinazioni sono sempre e da sempre aperte verso l’ipercontemporaneità, i dancefloor, l’hip hop, le suggestioni house e techno, l’afrofuturismo digitale, le derive urbane più taglienti. Tutto questo per anni è sempre accaduto a Vercelli. Ora, è il momento di muovere verso Torino, verso una città coi crismi della metropoli e che soprattutto nell’ultimo decennio ha regalato tantissimo dal punto di vista degli eventi in musica dal respiro europeo: Club To Club, Movement (e il “gemello” estivo Kappa Futur Festival), il Torino Jazz Festival, il ToDays agile ed illuminato erede del Traffic. Non solo questione di eventi, comunque: a Torino da sempre si respira passione e cultura attorno alla musica in un modo che ha pochi eguali in Italia sia per intensità, sia per capacità di ragionare “fuori dagli schemi” dando vita a nuove idee, nuove pratiche e nuovi stimoli.
Questo è il contesto in cui Jazz:Re:Found arriva. E lo fa con entusiasmo e al tempo stesso con rispetto: quello che vuole fare è portare una voce nuova, diversa, con in dote la tradizionale e davvero splendida capacità di generare “buone vibrazioni” fra i manifestanti tipica delle passate edizioni vercellesi. Una identità musicale quindi ben precisa e non mutuata da altri. I nomi finora annunciati raccontano chiaramente questa linea: dalla maestosa preview affidata a The Cinematic Orchestra (in un concerto che sta procedendo verso il sold out), uno dei progetti più eleganti e allo stesso tempo emotivamente coinvolgenti nel terreno di incontro tra jazz orchestrale, hip hop e cantautorato acustico, passando poi per santoni del dancefloor techno e house più “intelligente” quali Carl Craig, Moodymann e Theo Parrish (questi due insieme in console, in una eccezionale esclusiva nazionale), innovatori degli stilemi dance quali Gold Panda, Debruit e Populous, cavalieri del jazz-rock estremo alla Thundercat e una vera e propria leggenda (nonché ispirazione per le giovani generazioni del clubbing) come Roy Ayers.
Altre sorprese sono in arrivo (in campo hip hop, jazz, house, dubstep…) e alcuni di questi nomi hanno uno status davvero importante: per aggiornamenti e per tutte le info necessarie, a partire dalle prevendite, basta andare su www.jazzrefound.it.