Piramidi, geometria sacra e Chill Wave: l’arte di Vinyl Williams

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L’etimologia della parola “emozione”, deriva dal francese émotion a sua volta derivazione di émouvoir ossia: “mettere in movimento”. La musica lo fa bene, e noi ne traiamo giovamento. Quanti più fili vibreranno all’interno di un’ipotetica rete nervosa/emozionale, tanto più ci sentiremo scossi, appagati, liberi o daremo di matto nel breve – in realtà alla stragrande maggioranza di voi ne basterà toccare solo uno, e sarebbe ora di promuovere la cosa fin dalla tenera età. Forse però, nel tentativo di spiegare ad un bambino di dieci anni che un flauto non è stato pensato per essere roteato nel tentativo di rilasciare nell’ambiente quanta più saliva possibile, bisognerebbe affidarsi agli Egizi.

biogeometria

Geometria sacra

Il Dio Thoth, nei sacri testi inventore della scrittura – e stagista del Dio Ra –, sarebbe stato un ottimo maestro; con buona pace di Socrate e delle sue convinzioni sull’oralità. «E’ necessario credere-bisogna scrivere-verso l’ignoto tendere» e questo lo dicevano i Baustelle, che lo rubarono a Baudelaire, che forse a sua volta lo rubò a Dante nel tentativo d’immaginarsi un albatros-caronte. Thoth però era un cinocefalo, ma con la testa di Ibis – un animale abbietto e snob, divoratore di serpenti e carogne varie, ma frequentatore delle pozze d’acqua più limpide del Nilo –, e a quanto pare conosceva la biogeometria. Cos’è la biogeometria? Bhe, nient’altro che forme geometriche impresse su di un disco e legate allo spiritualismo egiziano ed al concetto di “rete”. Si narra infatti, che diventare maestro nel padroneggiare l’energia scaturita da queste geometrie permettesse la libera circolazione nell’aldilà, sfuggendo così alla “rete” che influenza ed imprigiona le anime nel mondo spirituale.

Un parallelo, quello fra la rete emozionale e spirituale a cui non si sottrae certamente Lionel Williams. Merito del nonno – il famoso compositore cinematografico, John Williams – con il quale approfondisce fin da bambino le dinamiche legate alla spiritualità egizia: se pensate alle giornate che hanno passato questi due parlando di piramidi, palme e gente con la testa di cane, forse, rivaluterete il vostro (di nonno).

Oggi Lionel sta al Virgil Village (Los Angeles), uno dei più fiorenti luoghi dell’arte DIY americana. In casa sono lui una manciata di squinternati e due gatti. Artista visionario e trasversale, il nostro, pone il proprio sguardo stralunato sulle più svariate discipline artistiche – non ultimo il progetto di costruire una tastiera “Enochiana” basata su un linguaggio alieno, dotata di pulsanti e di un mouse animale dall’aspetto bizzarro –, fra cui emerge quella legata ai video interattivi – pensiamo a quello di “Multi Love” creato per gli Unknown Mortal Orchestra , ma anche al primo singolo del nuovo album “Brunei” (“Feedback Delicates“). Quindi ora sapete che stiamo parlando di un matto col botto.

Quando compone materiale audio però si fa chiamare Vinyl Williams. Tre album e due Ep all’attivo che dopo “Lemniscate” (2012) sotto No Pain In Pop, lo vedono passare alla Company Records dell’amico e compagno di stramberie Toro Y Moi. Con lui scriverà a quattro mani l’Ep “Trance Zen Dental Spa” – un titolo un programma –, per poi dare alle stampe “Into” (2015).

vinyl-williams-bruneiBrunei” (2016, Company Records) rappresenta la terza uscita su lunga distanza, e suo personale picco compositivo – lui dirà che non è nemmeno vicino all’1% della sua visione, ma voi fidatevi. Per comprendere appieno l’album però, bisogna partire da un assunto: Williams qui vuole portare l’ascoltatore alla pelle d’oca indotta attraverso un viaggio verso l’ignoto, traducendo ciò che descrive come l’esperienza più importante della sua vita, ovvero la visione del centro di Orione denominato “Alnilam” – che lui descrive come il paradiso. Per farlo si serve del Dream-Pop, dei Synth, della Chill Wave e di quell’afflato à la Toro Y Moi che sfuma in pura Psichedelia vaporizzata: qualcosa capace di creare una rassicurante dipendenza.

Architetture immaginarie, patafisica e frattali alieni sorreggono un viaggio esoterico che dalle spigolosità Shoegaze controllate dei Lush (ascoltate Spooky, 1992) prosegue dritto verso l’estetica di certi Medicine: qui implementati da dosi massive di Psichedelia e Chill Wave. Ma non solo, Brunei – come forse intuito dal titolo –, si presenta a tutti gli effetti come una album politico. Undici pezzi per ispirare il cambiamento sociale. Mutuando l’esperienza mistica vissuta su “Alnilam” – sotto l’effetto di quali droghe non lo sapremo mai, quindi scordatevi di andarci anche voi –, dove coesistono tutte le forme di vita e tutte le religioni in assoluta armonia, Williams invoca il cambiamento partendo dai diritti LGBT. Il titolo infatti non fa altro che mettere fin da subito in evidenza proprio un località in cui molti di questi diritti sono inesistenti. Un luogo in cui la Sharia (la Legge locale) prevede la lapidazione per chi fosse scoperto in atteggiamenti omosessuali.

Suoni che confortano e fanno riflettere. Rassicurante copertina riscaldata a cui abbandonarsi nell’indolenza magica di una domenica invernale.

Info:
http://brunei.vinylwilliams.com
http://companyrecordlabel.com

Data:
Album:
Vinyl Williams - Brunei
Voto:
51star1star1star1star1star