Tiger! Shit! Tiger! Tiger! + Mood @Bronson, Ravenna – 11-03-2017

004

Se abbassi la linea dello sguardo, potrai vederlo con più chiarezza. Ed è sempre stato così, anche prima dell’arrivo di questi due giovani musicisti. Lo spirito è in mezzo al pubblico. Loro lo sanno e salutano la visione sopraelevata (dal palco) per un più congruo (ai tempi) approccio da terra, dal dancefloor. Tutto naturale per dei ragazzi di vent’anni, nativi digitali, capaci di assorbire gli input provenienti dal mondo della rete in maniera molto più spontanea del resto della popolazione. “Esserci” è il diktat – già da tempo –, diretto o indiretto, ma se sei bravo come Francesco e Daniele puoi selezionare il buono di questa smania velleitaria: basta solo usare la testa.

Dall’esplosione delle cover band (esserci a tutti i costi) alla giusta lettura (forse d’istinto, riflesso) di un presente freneticamente retromane ne è passato di tempo; ed assistendo all’esibizione dei Mood sembra proprio ne sia valsa la pena. Senza voler caricare i ragazzi di un eccessivo fardello, il loro approccio si dimostra coraggioso e probabilmente d’esempio per chiunque voglia contribuire alla scena Rock in maniera personale. In due, chitarra e batteria, giovinezza – nei ringraziamenti sentiti e quasi commoventi di metà e fine concerto agli organizzatori, nel vigore fisico – e mestiere: ma soprattutto curiosità. Quest’ultima, merce rara all’interno dello scacchiere sociale moderno, saturo com’è di risposte immediate a ricerche distratte.

I Mood spengono le luci della ribalta per stringerci in un cerchio musicale che li vede al centro, l’uno di fronte l’altro. Protagonisti auto smitizzati, in compagnia di pedali e percussioni, coraggio e mani tese. Paura poca e margini di crescita tanti. Il loro è un Math-Rock solare, che come già spiegato nella recensione del loro secondo lavoro “Out Loud” vive di precisione ed intensità, ma che in sede live viene sostenuto dalle smorfie (di fatica e godimento) e dai sorrisi divertiti della band. Se non si perderanno, scommettiamo che faranno parlare di sé.

tiger

Al contrario, gli headliner Tiger! Shit Tiger! Tiger! sono ormai assidui frequentatori della scena nostrana ed internazionale. Ospiti fissi dell’SXSW – Il festival texano che annoverava tra le proprie fila anche quei Soviet Soviet recentemente rimbalzati alla frontiera con gli U.S.A, e costretti a rinunciare all’intero tour per via delle nuove norme sull’immigrazione introdotte dal Neo presidente –, possiedono una bella mole di concerti alle spalle.

La band di Foligno porta sul palco buona parte dei brani inseriti nella loro ultima fatica discografica (l’ottimo “Corners“), edificando un suono monolitico e rarefatto che pesca a piene mani dalla tradizione Noise-Rock e Shoegaze. Dinosaur JrMy Bloody Valentine e Sonic Youth, ma soprattutto quel muro evocativo d’emozioni primaverili costruito nei novanta dai Pavement. Tutto ben fatto, forse fin troppo: talvolta emerge infatti un necessario bisogno d’irrobustimento dei toni in sede live, qualcosa che potrebbe aumentarne l’impatto scenico segnandone definitivamente lo scarto fra la propria estetica ed i rimandi con il glorioso passato a cui s’ispira.