In quest’ultimo album il lato techno che aveva contraddistinto i tuoi primi lavori sembra rimanere solo come sfondo. La tua attenzione si è spostata verso altri generi. Probabilmente gia in Asa Breed stavi prendendo questa direzione. Che ruolo gioca la techno all’ interno dei tuoi lavori più recenti? Quanto siamo lontani da Hands up for Detroit ?
Le sonorità techno e dance sono il cuore e la base della mia musica. Anche se recentemente uso chitarra e batteria forse più di quanto facessi in passato, la mia musica resta situata in tale ambito e ancora mi capita di usare molte tracce che ho conosciuto facendo proprio musica techno.
Fra le tue influenze citi Brian Eno. Mi permetto di aggiungere David Bowie del periodo berlinese e David Byrne per quanto riguarda il tuo lato avant-pop e soprattutto per il tuo uso del funk . A quali artisti contemporanei ti ispiri? Se avessi la possibilità di fare una collaborazione con chi vorresti collaborare?
Se dovessi pensare ad una collaborazione con artisti contemporanei mi piacerebbe farla con gli Animal Collective. Li adoro, trovo che siano molto ispiranti e specialmente amo la loro particolare capacità di spaziare dal rock all’ elettonica nei loro lavori. Mi piacciono moltissimo anche i Radiohead, in particolare l’album The Bends e sono un grande fan di Thom Yorke, del suo stile sobrio, seguo tutto ciò che fa. Quindi credo che avere l’opportunità di lavorare con entrambi i gruppi sarebbe fantastico.
Quali album hai ascoltato di più durante la composizione di Beams?
Durante Beams, fammi pensare, è un po’ difficile rispondere. Ho ascoltato i Can ma principalmente molta musica minore, poco conosciuta. In Beams non c’è una vera traccia “ponderata” e nello studio ho lavorato costantemente da solo quindi si può dire che non abbia preso molto dall’esterno.
Beams sembra descrivere atmosfere, per certi versi, quasi antitetiche rispetto a quelle più dark dell’ album precedente (Black City). È stata una scelta mirata o il cambiamento è avvenuto in maniera spontanea?
Certamente spontaneo. Ho semplicemente iniziato ad essere più leggero e libero durante la registrazione di Beams. C’è stato come un flusso di energia e certamente non è stata una decisione quella di essere più “felice”, meno cupo, è semplicemente accaduto.
Oltre che sotto il tuo nome ti dai da fare anche sotto altri moniker. Quale sarà il futuro dei progetti Audion False e Jabberjaw?
Ho deciso di registrare del materiale nuovo come Audion ad inizio 2013. Fra gennaio e febbraio prenderò una piccola pausa dal tuor live per chiudermi in studio e mi piacerebbe completare il nuovo album di Audion. Magari sempre in quel periodo potrei realizzare altro materiale per False. Speriamo.
Preferisci esibirti live o in versione dj set? Sono previste date in Europa con il supporto della band?
Onestamente mi piacciono moltissimo entrambi. Quando suoni con una band devi creare e produrre un diverso tipo di energia. Ci vuole molta fatica per organizzare la Band e per portare la musica dal computer al palco. Ma il djing è un’esperienza completamente diversa, più di gruppo. È come se suonassi insieme al pubblico per poter fare una sorta di viaggio collettivo. Sono quindi due mondi totalmente diversi due parti diverse di un’esperienza complessa. Direi quindi che mi piacciono entrambi. Per quanto riguarda i concerti ho da pochi giorni annunciato alcune date europee per novembre e dicembre. Non ci sono per ora date italiane, speriamo comunque di riuscire a suonare prossimamente dalle vostre parti.