Talent Radar: Tear Council, Lusts, Michael Stasis.

Tear Council

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Qualcuno ricorderà i Van She: band electro pop dall’Australia, della stessa infornata di Cut Copy, The Presets, Midnight Juggernauts, Tame Impala e (purtroppo) Empire Of The Sun. Tear Council è la “cosa” messa in piedi da Matt Van Shie, appunto, coadiuvato di nuovo da Michael Di Francesco. Conservano il meglio dei Van She del debutto, prima che si annacquassero. Tear Council è un concentrato di eleganza e nostalgia, con un singolo (“My Car“) che stende al tappeto con una gentilezza che nemmeno te ne accorgi.

Guarda: TEAR COUNCIL – My Car
Guarda: TEAR COUNCIL – Anywhere
Ascolta: VAN SHE – Sex City

Lusts

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Tra la fine degli anni ottanta e l’inizio dei novanta: i Lusts sembrano venire all’incirca da quell’epoca lì. Mettono in buona vista un approccio dream pop d’ordinanza ma vigoroso, sommato ad una forte aura new wave ancora accesa. Andy e James Stone sono due fratelli di Leicester e questa loro band dal nome semplice ed efficace è un flusso costante di treni in orario su rotaie molto solide.

Guarda: LUSTS – Waves 
Guarda: LUSTS – Temptation 
Guarda: LUSTS – Mouthwash

Michael Stasis

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Lungo l’asse affollato che collega Mac DeMarco ad Ariel Pink c’è anche Michael Stasis: dalla sua c’è una buona attitudine da songwriter, unita al gusto per insudiciare consapevolmente le sue composizioni. E poi c’è qualche importante connessione che non guasta, come quella con Jorge Elbrecht (nei Violens, nella band di Ariel Pink e da tante altre parti). Michael Stasis non si perde nella folla dei fulminati (veri o presunti) che si addensano in quel segmento perché lui è uno che le canzoni ce le ha davvero. Lo testimonia RIP III, l’album in uscita.

Ascolta: MICHAEL STASIS – Crushed
Ascolta: MICHAEL STASIS – Venus Of Soap 
Ascolta: MICHAEL STASIS – Pain