Intervista ai Perturbazione: Continuamente… In Circolo

Il nostro Antonio Siringo (autore delle bellissime foto qui sotto) ha contattato telefonicamente, per voce del nostro Roberto, Tommaso Cerasuolo, il quale ci ha raccontato del futuro della band (addirittura si parla di un format televisivo…), e un pò di amarcord per uno dei gruppi italiani più longevi.

Rocklab: Ragionate più da piccola orchestra o da band nell’approccio degli arrangiamenti?
Tommaso Cerasuolo: Sicuramente un misto delle due cose. In genere c’è uno che propone, preferiamo generalmente uscire dagli schemi. E’ bello uscire dalle “trappole” del singolo ruolo.

R: Siete notorialmente poliedrici. Oltre a progetti come Le Città viste dal basso, al doppio Del nostro tempo rubato, avete altri progetti in cantiere?
Tommaso: A fine gennaio ristamperemo In Circolo e stiamo pensando ad un’edizione speciale. Ovviamente ci saranno almeno una decina di date in autunno. Come dicevo prima è bello uscire dalla singola attitudine. Essendo disegnatore, regista di videoclip, amo l’unione delle varie forme d’arte e mi piace quando come gruppo mettiamo insieme le nostre attitudini. Mi piace uscire dalla routine. Poi stiamo lavorando anche ad un format radiofonico e televisivo. Un progetto molto importante e impegnativo. E ovviamente stiamo lavorando a nuove canzoni.

R: Avete creato una rete di artisti italiani intorno a voi, con i quali siete collegati in vari progetti. Se dovessi elencarmene qualcuno che ha particolarmente legato con il vostro modo di fare arte chi mi diresti?
Tommaso: E’ difficile, sono tanti. Penso a Paolo Benvegnù, ai 24 Grana, ma gli artisti che ammiro sono tanti. Penso anche ai Virginiana Miller, ma in generale a tutte le belle esperienze che ti capitano quando lavori con altri artisti che riescono a darti tanto. Penso anche a Le città viste dal basso e in generale al mettere insieme cose diverse e ai vari luoghi d’incontro di background diversi. Collaborare con sound che ti contaminano.

R: Qual è il vostro più bel ricordo come band?
Tommaso: Credo che è stato quando è stato stampato In circolo. Venivamo da un periodo strano, tutti pensavamo che dovessimo autoprodurlo, ma poi abbiamo trovato l’accordo con Audioglobe, e soprattutto qualcuno che credeva in noi. Quello è stato sicuramente un momento che non dimenticheremo.

R: La rosa dei venti è una delle vostre canzoni che più amiamo. Da che episodio è stata ispirata? C’era un love affair tra una ragazza più piccola ed un uomo adulto? Non pensi che dovrebbe ascoltarla qualche politico?
Tommaso: Si, concordo. Il testo in realtà è di Gigi ed il riferimento era ad un nostro amico. Di autobiografico c’era ovviamente il riferimento alle esperienze generali di tutti, pensando al potere che si può esercitare a volte su una persona. E’ davvero forte.

R: Come vedete il futuro della musica italiana? Intendo dire sotto l’aspetto del puro mercato musicale.
Tommaso: Faticoso. Questo non è un paese culturalmente abituato a comprare dischi. A volte penso a quanto era bello per la nostra generazione passarsi le cassette, c’era un desiderio di approfondire i singoli gruppi e, magari quando uno li scopriva, l’altro si copiava la cassetta. Adesso con il digitale è tutto più massivo. Ti piace il singolo autore e ti scarichi la discografia intera senza neanche pensarci. Dovremmo capire che i musicisti hanno anche il diritto di vivere con la musica che fanno.
Per quanto riguarda i live vedo spesso dei Festival anche grandi, ma la maggior parte sono sempre organizzati da ragazzi, da associazioni, sono piccoli festival. Questa è la cosa importante: cercare di creare un circuito, un club, cercare di far lievitare gli ambiti in cui la tua passione si muove. Parlando delle major il mercato è incancrenito, ci sono solo speculazioni. La nostra esperienza con la major è negativa. Bisogna comunicare la passione di cui ti parlavo e con le grandi case diventa difficile.

R: C’è qualche pezzo che siete stanchi di suonare?
Tommaso: No, generalmente ci piace rinnovare sempre la scaletta. Agosto per esempio la suoniamo praticamente sempre, ma non ci stanchiamo mai. Quando dai vibrazioni positive alla fine ti ritornano sempre. Il pubblico te le restituisce.

R: Mi fai venire in mente la data al Duel Beat di Agnano di quest’inverno.
Tommaso: Esatto. Non la dimenticheremo. Quando abbiamo iniziato “Battiti per minuto” ho avvertito forti quelle vibrazioni, ma in generale tutto il concerto è stato grandioso. E’ stata una delle date più belle.