Salem – King Night

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28 Settembre 2010 I Am Sound www.s4lem.com

King Night

Ricordo che faceva sorridere un po’ tutti quando si parlava di nu-rave, e oh! Ricordate La dark-disco?

Ultimamente si coniano più generi musicali che dischi: è una certezza.

Questo avviene perché dei generi musicali che conoscevamo non sono rimaste che le spoglie polverose. Le vecchie categorie musicali non sono più adeguate ai tempi che tentano di descrivere. Per definire una creatura differente e fresca come quella qui presente, molti blog hanno sentito il bisogno di ricorrere al neologismo, o di risfoderare nuovi e improponibili generi musicali, in questo caso la parolina magica è “hypnagogic pop” (Eh?!), ed è stata coniata nell’agosto di quest’anno da un noto critico musicale di The Wire.

In realtà la questione è molto più semplice: dati due giovini + un computer e un sequencer + due strumentini musicali due, il Teorema Della Nuova Musica Globale vuole che essi diano vita ad un progettino musicale dove ficcare – senza se e senza ma – tutte le influenze di metà della playlist del loro iPod. E l’altra metà ce la ficca dentro l’amico con il quale collaborano.

Fortunatamente, per casi come questi, noi siamo già attrezzati, come quei matti che negli anni ’80 costruivano i bunker antiatomici sotto il giardinetto di casa… Buttate un occhio là, sopra a destra, sì! Proprio lì: Il nostro bunker si chiama Orodiscopo. Fateci un giretto e avrete la soluzione ai numerosi rebus di “etichette musicali” che il Nuovo Ordine della Musica Globale vi chiede quotidianamente di risolvere.

Prendete questi Salem, ad esempio, e definiteli attraverso i nostri segni Orodiscopici: sono degli EyelinerAvatar che potrebbero piacere con buone probabilità anche ad un Sinapsi dalle larghe vedute e perché no, ad un Truce. Mentre sono troppo pop e troppo poco snob per venir presi sul serio da un melancolico ed esigente Occhi Chiusi. Ecco qui. Potrei finire la recensione.

Ma parliamo di questi Salem. Chi sono? Sotto al moniker “Salem” si nascondono tre ragazzi del Michigan, due ragazzi e una ragazza per essere precisi, saliti alla ribalta del tam-tam hypsternettiano del pianeta (a quanto pare anch’io coi neologismi vado forte) per aver dato alla luce alcuni ep alquanto stralunati, nei quali si mischia a profusione industrial e gothic con quanto di tribal e di hip-hop/trip-hop la musica danzabile di questo secolo abbia inventato, più un’attitudine alla saturazione dei suoni che non può non far pensare ai My Bloody Valentine di Loveless. Risultato: loro la chiamano witch-house, ed hanno corredato tale proposta con un immaginario provocatorio da far tremare i polsi a qualsiasi ragazzetto con la canna in mano, l’eyeliner sugli occhi e lo skateboard nell’altra: dai video strettamente lo-fi e autoprodotti – in pieno stile Blair Witch Project – nei quali donne seminude vengono riprese in contesti alquanto inquietanti, fino alle interviste, dove i tre rilasciano dichiarazioni inquietanti sui loro consumi di crack, eroina e lsd.

E allo stesso modo del consumo di droga, anche il gioco dei loro riferimenti è disordinato, disorientante e inquieto.

Ora quello che penso io è che i Salem sono stati spesso accostati agli inglesi The XX, e a volte non proprio a proposito. Non tanto per i loro punti di partenza, che possono essere comuni, quanto per l’effettiva eleganza della proposta: dove gli XX realizzano un qualcosa di nuovo e fresco, ma nel contempo anche solido, questi tre americani fanno la figura degli scappati di casa, e a mio parere realizzano il disco che tre appassionati di shoegaze, trance/acid, e cultura gothic, realizzerebbero in cameretta smanettando con GarageBand dopo aver fumato crack. Da qui a parlare del più interessante debutto del 2010 ne passa. Detto questo, “King Night” è nonostante tutto dotato di un certo atavismo creativo, piacevole e interessante.

Ed ancor più interessante è constatare come cultura hip-hop e eyeliner stiano tentando sempre più spesso degli approcci. Non per paraculaggine o opportunismo, ma per quella che chiamerei “osmosi” di due fenomeni che sulle strade, nei parchetti, nei locali e nelle scuole si trovano spesso a convivere, complice la ben nota attitudine dei ragazzini a mescolare le carte. Come quando al liceo dicevi che ti piacevano i Metallica e Guccini.

Conclusione: dategli un ascolto e gettate uno sguardo nella musica per la quale non siete ancora pronti, ma che – parafrasando Marty Mc Fly – forse “ai vostri figli piacerà”.