Lo Stroncatoio
Un nuovo modo per selezionare la tanta (troppa) roba che esce, per distinguere tra birra e borra: lo stroncatoio, i dischi che fanno schiuma ma non sono sapone.
Austra – Feel It Break
Maggio 2011 – Domino Records – Orodiscopo: sorcino
Marcello Aloè – Il progetto Austra, partorito da Katie Stelmanis, algida canadese di Toronto, è il risultato di una mistura di goth e opera. L’intento non dichiarato è costruire dell’elettronica con dei vocalizzi un po’ opereschi; una sorta di Enya o di Kate Bush più cupa. Idea che in questo disco non decolla: la voce di Katie è troppo austera, non emoziona, non ha l’appeal di una Elizabeth Fraser. Le composizioni elettroniche , tutte di ispirazione dark e industrial sono molto elementari, sia a livello compositivo che di ispirazione. Le influenze che le han generate, insomma, si sentono decisamente troppo.
Ma siamo comprensivi: la ragazza si è cimentata da poco con sampler e drum machine, ed ha alle spalle un gruppo ancora non del tutto consolidato. Un esordio così scolastico ci può stare; il giudizio però non può che essere: rimandati a settembre. SVR: 1-1-1 – totale: 3
Let’s Wrestle – Nursing Home
Maggio 2011 – Merge Records – Orodiscopo: spilletta
Sara Manini – C’è qualcosa di strano in questo disco: al primo ascolto potrà sembrare noioso e indubbiamente inutile; in realtà qualsiasi persona dotata di un minimo di spirito caritatevole si sentirà in dovere di mascherare il proprio fastidio per un semplice motivo: i Let’s Wrestle fanno tenerezza.
Con un pezzo sulla scomparsa della figura materna (For My Mother), un altro su un amore non corrisposto (I am useful) e vari componimenti su sfighe generiche, questo trio londinese si adagia nell’ala nerd di matrice Pavement dell’imperversante fenomeno indie. A differenza della band americana, tuttavia, i Let’s wrestle risentono degli anni 00 mancando totalmente di quella ingenuità e psicopatologia latente che Malkmus e soci hanno espresso gloriosamente.
La domanda di rito è: “ci sono o ci fanno?” troppo facile e tendenzioso cavalcare l’onda del tardoadolescente apatico e socialmente irrilevante per distogliere l’attenzione da melodie agonizzanti piene di luoghi comuni. Insomma, se pezzi come Song for Abba tribute Record avevano fatto ben sperare in passato, ora ogni aspettativa rimane a mezz’aria.
Unico spunto davvero interessante: I’m so Lazy, non a caso scelta come singolo, che, oltre a un basso dissonante parzialmente vivificante, è stata accompagnata da un bel video finto-macabro che fa tanto anni 90′. Nonché tanta tenerezza SVR: 1-2-1 – totale: 4
Fink – Perfect Darkness
Luglio 2011 – Ninja Tune – Orodiscopo: barba
Enrico Calligari – Lo sapevo! Lo sapevo! Scusate il giubilo per un opera che merita totale indifferenza ma è come se avessi sempre saputo, pur apprezzando in passato le idee e i cambi di idee di Fin Greenall, che si sarebbe arrivati a questo. Un album scialbo, fatto di nulla se non di una convinzione mal riposta, volatile al primo soffio di vitalità, cool depresso. Tutte cose che da sempre presenti nella sua musica, vibrante e sincera, come sfondo e che ora prendono il sopravvento. Colonna sonora dello sciogliersi del ghiaccio nei vostri cocktail in locali con sedie in finta-paglia. Non sa più di nulla. SVR: 1-1-1 – totale: 3