Stroncatoio #10: Damon Albarn – The Pond – Best Coast

Lo Stroncatoio
Un nuovo modo per selezionare la tanta (troppa) roba che esce, per distinguere tra birra e borra: lo stroncatoio, i dischi che fanno schiuma ma non sono sapone.

Damon Albarn – Dr. Dee

Maggio 2012 – Virgin Records – Orodiscopo: Barba, Sinapsi – Pezzo: A Man of England

Massimo Sannella – Mr. Albarn, il camaleonte sfuggente del’indie-pop inglese stavolta commette un passo falso. Non riesce più a convincere, nonostante i suoi sforzi nel concentrarsi in forme artistiche multi-espressive alternative. Anni luce da Blur e Gorillaz, ora si avvicina alla forma soundtrack con Dr.Dee, storia del matematico inglese, consigliere di Elisabetta I e alchimista tuttofare lungo i crinali del 16° secolo. E lo fa con convinzione – ci mancherebbe – solamente che le ambizioni spesso possono rivelarsi una mannaia spietata. Un’opera folk pesantissima, gonfia di lamenti, squittii, echi tra il Rocky Horror Show e i tendaggi Vittoriani, sensazioni da museo polveroso in cui Albarn – forte delle sue consuete ideologie tipo quelle del “volemose bene, semo tutti fratelli” innesta anche una piccola tavolozza di colore etnico con il Kora (un bongo primitivo) suonato per l’occasione dal grande artista Maliano Mamadou Dibate, scomodato appositamente dal suo deserto per un “altro deserto”. Qui si tira a campare ed ad ingannare il tempo Mr. Albarn, la situazione qui è già abbastanza depressiva, ed altre pillole di infelicità non ne vogliamo. Rimpiangiamo il brit-pop come un’occasione perduta e i Gorillaz come palestra dance d’altri tempi. Provaci ancora Alby, sarai più fortunato.  SVR: 1-2-1 – tot: 4

The Pond – The Pond

Luglio 2012 – One Little Indian – Orodiscopo: Spilletta, Barba – Pezzo: Circle Round a Tree

Giorgio Papitto – Kathryn Williams dopo una carriera solista iniziata nel 1999 con Dog Leap Stairs si ripresenta come cantante del sognante pop-trio The Pond.  Dietro questo progetto, nascosto tra i vari cablaggi e amplificatori, appare Adrian Utley dei Portishead, dedito al missaggio finale dell’opera. A quanto pare però il suo operato non è stato sufficiente benefico al trio british, che sembrerebbe rimanere incastonato  tra vari manierismi old style, propinati come innovazioni downtempo, folk-dream pop o quello che vi pare. I The Pond, tra varie batterie elettroniche alla Portishead (non a caso), canzoni sbrodolanti melodiosità pop al limite della “smielatezza” sopportabile da un orsetto lavatore e fastidiosi giochetti monosillabici della voce di Kathryn, danno alla luce, o all’oblio, vedete un po’ voi, un dischetto monocorde con sporadici momenti di lucidità. Pezzi come End of the Pier, con un bell’effetto vocale e una sezione ritmica azzeccata, o Memory Let Down, con un pianoforte dai toni cupi e profondi a scandire il tempo, sarebbero pure passabili. Per il resto niente da registrare. Magari qualcuno troverà in questo disco la summa dei loro stati d’animo ma io, sarà per la mia atarassia di stampo epicureo, non ci trovo nulla veramente di emozionante. La One Little Indian stavolta ha fallito. SVR: 2-1-1 – tot: 4

Best Coast – The Only Place

Maggio 2012 – Mexican Summer – Orodiscopo: Spilletta – Pezzo: The Only Place

Sara Manini – Li avevamo lasciati che sembravano le Ronettes affogate nel Tavernello, li ritroviamo inamidati più di qualsiasi cosa che abbia bisogno di essere inamidata sulla faccia della Terra: cosa è successo ai Best Coast? Bethany Cosentino, voce del duo di Los Angeles, attribuisce la svolta al suo essersi fatta donna consapevole e all’aver registrato questo ‘The Only Place’ in uno studio più professionale di quello in cui vide la luce l’ormai compianto ‘Crazy for You’. Pur apprezzando le buone intenzioni, la realtà dei fatti è che questo suo secondo disco è noioso per non dire irritante; e il motivo della noia non sta tanto nel fatto che ogni pezzo sia la frittata ri-girata di quello precedente, quanto nella pulizia da convento dell’atmosfera che crea: niente più fuzz, niente più acuti azzardati, niente più particolari che rendevano riconoscibili i Best Coast, niente più Best Coast. Il sogno è finito, le spiagge sono scomparse, la California tanto sponsorizzata dalla title track è una cartolina plastificata: un foratino sarebbe più espressivo.  SVR: 1-2-1 – tot: 4