Con l’anno nuovo torna anche il nostro Orodiscopo — per saperne di più ecco la spiegazione dei segni. Un 2016 che parte forte, fortissimo, all’insegna dei suoni pesanti. Storie di sopravvivenza — quelle edificate dai Marnero — che si manifestano in letture coinvolgenti e dinamiche post-hc. Urla che spesso condividono sul palco con i devastanti Hate&Merda — gente che scrive pezzi come “L’inesorabile Declino“. Tornano le Savages con un approccio differente, i Tortoise con il loro vortice poliedrico di suoni, ed i DIIV tra emozioni oscure e malinconia.
Capovilla decide di tornare a pestare duro in compagnia di Xabier Iriondo (Afterhours), Eugene S. Robinson (Oxbow) e Franz Valente (Teatro degli Orrori) nel progetto Buñuel. Urali su bandcamp inquadra la sua musica con i seguenti tags: #alternative #black metal #apocalyptic #blackdoom #doomdrone #emo #emotionalfolk #noisepop #post-rock #shoegaze #slowcore — riuscendo incredibilmente ad essere di parola su: “Persona“. La scena Dark-Wave italiana aggiunge un nuovo gioiello al suo diadema: The Black Veils. Mentre i Winstons ci riportano nei ’70 con un bellissimo lavoro omonimo.
Ci lascia il duca bianco, regalandoci come testamento una stella nera.
DISPARI: Urali — Persona
Urali, con la sua voce e la sua chitarra, ha fatto un disco che è sicuramente una delle novità più interessanti di questo gennaio musicale — non solo tra i confini del nostro angusto prolifico paese —. con una bella copertina e un titolo lapidario, “Persona”. Basterebbe trovare il tempo per ascoltare anche solo la prima traccia, “George (My King)“, per capire chePersona merita attenzione. [continua a leggere]
AVATAR: Farao — Till It’s All Forgotten
Till it’s all forgotten è un gioiellino che mantiene viva quella tradizioneelectropop norvegese dedita alla scoperta di nuove sonorità. Lasciatevi quindi avvolgere dalla fragile e suadente voce di Kari e dai suoi solleticanti disturbi musicali, fatelo con tutta la calma del mondo. [continua a leggere]
EYELINER: The Black Veils — Blossom
Analizzando la prova, emerge forte quella creatività implicita che si manifesta ad ogni rinascita — non a caso l’album s’intitola Blossom. Così, la band di stanza a Bologna, forte di una grande coesione d’insieme, inanella dieci potenziali singoli capitanati da quell’Army Of Illusion (Pt1) dal profumo di Cure e Chameleons. [continua a leggere]
OCCHI CHIUSI: Tortoise — The Catastophist
The Catastrophist è un album ragionato e dall’aspetto dicotomico, complesso e raffinato, nel quale la contraddizione della sperimentazione abbraccia vecchio e nuovo, passato e futuro, in un vortice poliedrico di suoni. [continua a leggere]
GIACCA: Perturbazione — Le Storie Che Ci Raccontiamo
Il fulcro dell’album rimanda a quelle storie di vita che possono essere comuni a molti: dove spesso si tratta di vicende amorose, ma nello specifico di incontri o di separazioni. Uno spaccato sulla realtà fatto di mille esistenze, cercando di coglierne un’unica immagine rappresentativa. [continua a leggere]
SPILLETTA: DIIV — Is There Is Are
Le sonorità e l’oscurità delle tematiche trattate nei testi permettono di comprendere bene che sia stato riversato un modo di pensare per cui nasce il bisogno trasmettere qualcosa a chi ascolta. [continua a leggere]
SORCINI: Charlie Hilton — Palana
Uscito il 22 Gennaio per Captured Tracks – prodotto da Jacob Portrait (Unknown Mortal Orchestra) e con la partecipazione di Mac De Marco (100 Million) – Palana è una gradita metamorfosi artistica. Aspettiamo con impazienza di vedere compiersi la trasformazione, nel prossimo capitolo. [continua a leggere]
SINAPSI: Panic! At the Disco — Death Of A Bachelor
Nessuna bocciatura, ma sale l’attesa verso un processo di maturazione che gli possa permettere di individuare una strada creativa meno battuta dal punto di vista commerciale, proiettandoli verso quel “nuovo inizio” che ci ci aspetta. [continua a leggere]
ROBINSON: Lucinda Williams — The Ghost Of Highway 20
Di solito da una grande sofferenza ritorna una rinascita, specie dal punto di vista creativo. E’ esattamente questo il punto della carriera della Williams, il cui album lascia emergere la volontà di tornare a rischiare, per scoprire magari di voler mettersi in gioco ancora. [continua a leggere]
NICHILISTA: Mechanimal — Delta Pi Delta
Papaioannou prende le distanze dalla realtà urbana, dalla frammentazione sociale che sta vivendo la sua Grecia, e si mette in disparte. Si lecca le ferite, circondato dal profondo silenzio delle foreste. La natura di nuovo madre, unica via di fuga dalla depressione urbana. [continua a leggere]
TRUCE: Marnero — La malora
Parliamo di un muro di chitarre alto come nuvole tempestose e denso come la nebbia, di un Post-Hardcore che trova sollievo nel crogiolarsi all’interno di una bettola frequentata esclusivamente da pirati. Qui la sconfitta viaggia perennemente in compagnia di un desiderio vano di rivalsa, di non mollare il colpo, fino alla dissoluzione inevitabile. [continua a leggere]
BARBA: Witchcraft – Nucleus
Il nuovo episodio della saga Witchcraft ti inchioda alla partitura attraverso un delirio sabbatico danzereccio. Un disco non di facile ascolto, ma un lavoro di rara bellezza: proprio come certe albe incastonate come diamanti nella tempesta. [continua a leggere]