OCCHICHIUSI
CHI E’ UN’OCCHICHIUSI? Sono inevitabilmente dei sognatori. Amano le suggestioni visive di qualsiasi tipo con prevalenza per quelle artistiche ma gli piace perdersi nella propria interiorità che non di rado è veramente abissale. Nella convinzione che in quel proprio mondo interiore hanno tutto quello di cui hanno bisogno. Ecco i suoi 10 dischi del 2011 – Scopri la scheda completa a questo link
MOGWAI – HARDCORE WILL NEVER DIE BUT YOU WILL
Gran titolo per un disco non perfetto ma indispensabile. [Paolo Viscardi]
EXPLOSIONS IN THE SKY – TAKE CARE, TAKE CARE, TAKE CARE
Il loro post rock ormai è affidabile come un marchio di fabbrica [Marcello Aloe]
M83- HURRY UP, WE’RE DREAMING
Forse ha esagerato nella portata del suo progetto e forse verrà ricordato meno rispetto a dischi più concisi e strutturati. ciò non toglie che questo LP è un ottimo film. [Michele Guerrini]
BJORK – BIOPHILIA
Quando l’intellettualità del pop vola alto, oltre l’intellettuale del concetto sonoro. [Massimo Sannella]
OTHON – IMPERMANENCE
La purezza d’avanguardia di un pianoforte ispirata alle meditazioni tantriche tibetane [Ida Stamile]
*SHELS – PLAINS OF THE PURPLE BUFFALO
Una favola di derivazione post-rock tra eleganti strutture compositive e una cura impeccabile degli arrangiamenti. [Ida Stamile]
JULIA KENT – GREEN AND GREY
Il violoncello deus ex machina e unico protagonista di un disco ambientale e “animista” [Ida Stamile]
APPARAT – THE DEVIL’S WALK
Il disco più commovente dell’anno dell’uomo che riesce a rendere calda l’elettronica. Suoni sintetici e timidi pianoforti dimostrano una classe non indifferente. [Sara Manini]
ROLL THE DICE – IN DUST
La destrutturazione dell’elettronica in chiave analogica con decodificazioni ritmiche, loop seriali e fantasmi rumoristici. [Ida Stamile]
HAUSCHKA – SALON DES AMATEURS
Volker Bertelmann compositore e pianista tedesco spoglia il suo piano, lo ristruttura, lo “prepara” con oggettistica e quant’altro e ottiene un lavoro che per capacità di far convivere classico e moderno, avant-garde e pop, rivaleggia coi Jaga Jazzizsts, e poi li supera. [Emanuele Binelli]
SNOB REACTION
BRIAN ENO – DRUMS BETWEEN THE BELLS
Se la poteva cavare con dignità, con il solo, traballante, Small Craft On A Sea Milk, ma ha ritenuto non fosse abbastanza noioso. Mancava ancora qualcosa…si, ma cosa… genio: della ridondante, verbosa e irritante voce-poetante.