Intervista a Daniele Fioretti dei The Gentlemens
Abbiamo avuto il piacere di intervistare Daniele Fioretti, voce e batteria del trio The Gentlemens, a poche ore dalla data romana presso il Fanfulla del suo progetto parallelo Mr Deadly One Bad Man.
Abbiamo avuto il piacere di intervistare Daniele Fioretti, voce e batteria del trio The Gentlemens, a poche ore dalla data romana presso il Fanfulla del suo progetto parallelo Mr Deadly One Bad Man.
In occasione della data che Angela Baraldi ha svolto il 28 Febbraio al ‘Na Cosetta di Roma, abbiamo raggiunto l’artista per qualche domanda in merito al nuovo e bellissimo album “Tornano Sempre”.
E cosa si poteva chiedere di più a questo festival? Francamente nulla. Al di là della stessa musica, abbiamo toccato con mano ciò che amiamo di più di questo mondo fatto di palchi ed amplificatori: il contatto con la gente.
Dal punto di vista spettacolare, o meglio dello spettacolo, dell’esperienza estetico/visiva, questa data romana dei Sonic Jesus è stata curiosa, affascinante, per certi versi unica.
Il cartellone dell’Orion, da qualche anno a questa parte, non ha nulla da invidiare agli eventi musicali ospitati nelle zone più quotate della Capitale. E il concerto dei redivivi Television, in questo senso, è stato l’ennesimo colpaccio.
Nella serata che ha ospitato l’esibizione dei The KVB, il Quirinetta Caffè-Concerto si è confermato un luogo di grande tendenza all’interno della capitale. E questo non può che farci piacere, visto e considerato che una proposta simile, calata all’interno della Roma storica, turistica, e parlamentare, ha ben pochi eguali. O meglio, non ne ha affatto.
Rieccoci al solito giro di boa per annotare la summa di un anno difficile, che a ben vedere trova negli eventi
E. Caporaletti, nella sua voce, raccoglie frammenti antiquari degli ultimi 20-25 anni, passando dal registro baritonale più suadente alle vette più acute e tirate, sorvegliato sempre dal Terzo Occhio di Babbo Maynard.
Non certo per le canzoni, che rimangono impresse quanto degli scarabocchi fatti con l’inchiostro simpatico da bendati, ma per il senso di noia, e di torpore che ti si appiccica addosso fin dalla prima traccia, e che al termine di questi estenuanti quaranta minuti d’ascolto (scarsi), ti avvolge totalmente, inestricabilmente, come la muta di Venom.
Il classico terzo album, il classico disco della maturità, che fa da spartiacque per il futuro della band, ora che al timone di comando è rimasto il solo Kip
Un viaggio di parole e immagini che va dalle radici suburbane della band ai retroscena del nuovo album Oh!, dalla nausea per i social network, passando per la gioia della paternità. Fino ad arrivare al controverso ruolo attuale del videoclip e finendo addirittura a parlare di Sergio Mattarella.
Guardare per credere.
In termini di compattezza, di energia, e di efficacia delle liriche, “Oh!” è probabilmente il miglior album mai pubblicato dalla band. Il mio unico auspicio è che la ricetta, che prevede uno spoken-word indiavolato, alternato a parti più melodiche, sorretto da un punk ibridato col rock e col metal, non smarrisca definitivamente lo spirito transgender di un disco come “Numb”
Un disco che, a tratti, mi ha preso per mano, guidandomi nel sogno di un visionario che molti deridono. Un Don Chisciotte venuto dal Mainstream. A conferma di ciò, c’è una scena tratta dal documentario “Start the Machine”, che ci svela il dietro le quinte delle registrazioni di “We don’t need to whisper”. In questa scena vediamo Tom che discute coi membri della sua band, ora quasi tutti fuoriusciti, mentre un montaggio alternato mostra vari articoli di giornale che ospitano le sue farneticanti dichiarazioni, della serie “Cambieremo la storia del Rock!”
“Caro Babbo Natale. Questa non è la solita lettera. Nessuna richiesta stavolta. Solo una gentile protesta. Una lettera di reclamo
Un album pop come non se ne sentivano da anni. Arrangiamenti ricercati e complessi, talvolta addirittura stranianti, per dodici gemme melodiche a cui sarebbe difficile chiedere di più. Una raccolta di epitaffi da una Spoon River chiamata mondo. Un Canzoniere della Fine. A volte, ascoltando “World peace is none of your business”, si ha davvero l’impressione di sfogliare le pagine di un libro, venendo a conoscenza di fatti, luoghi, e personaggi che fanno parte di un’unica grande storia: La Morte.