La guida ai segni:
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GIACCA: Spartiti – Austerità
Nel contrasto fra “la realtà delle cose” e quello che avrebbe potuto – o dovuto? – essere, prendono vita i nove racconti di Spartiti, piccoli frammenti di mondo perduto incastonati in atmosfere sonore dal sapore surreale e dal piglio magistrale. [continua a leggere]
NICHILISTA: The Hunches – S/t
Queste sono le loro prime registrazioni come band, tratte da un demo dal lontano 2001. Brani sepolti in oscuri Cd-r; alla luce dei fatti, incredibilmente. Un documento davvero interessante che mostra la genesi di un suono partito con la benedizione del Punk-Rock.[continua a leggere]
TRUCE: Kvelertak – Nattesferd
I Kvelertak giungono così alla summa di un discorso partito sei anni or sono dal connubio fra Hardcore, Black Metal e Hard/Punk (Kvelertak, 2010), passando per un disco come Meir (2013) capace di essere il trait d’union fra quella cultura e quella segnatamente più devota al metallo, giungendo oggi al tributo definitivo alle origini.[continua a leggere]
BARBA: Farflung – 5
La band Californiana torna oggi ad otto anni di distanza dal precedente full-length “A Wound In Eternity” con un album clamoroso. Un viaggio interstellare che gioca tanto sulla distopia quanto sulla beatitudine astrale.[continua a leggere]
DISPARI: Sulk – No Illusions
No Illusions è un album decisamente riuscito, i cinque londinesi riescono nell’intento di dare un contributo rilevante alla causa Shoegaze. Senz’alcun dubbio, dal vivo riusciranno ancora di più a trasmettere le atmosfere caleidoscopiche che hanno caratterizzato tutto l’album. Da non perdere. [continua a leggere]
AVATAR: Pantha Du Prince – The Triad
“The Triad” è una mutazione luminosa, la fioritura del rumore stesso e l’emotività esplicita di Pantha du Prince del 2016. [continua a leggere]
EYELINER: Eagulls – Ullages
Tra tenebre e nostalgia siamo trascinati in una città grigia e depressa, ignota. Sarà il vibrare delle chitarre da cui traiamo energia, ma non c’è spazio per il pessimismo, siamo più vivi che mai. [continua a leggere]
OCCHI CHIUSI: ANOHNI – Hopelessness
Questo è un disco su tutto il dolore del mondo, sulla speranza e l’assenza di speranza, sulle cose perdute e su quelle riaffermate. All’apparenza non sembra un disco su di sé. Sembra un disco sui problemi degli altri, ma presi a cuore come fossero i propri e poi fatti diventare propri per davvero. In genere lo può fare una donna.[continua a leggere]
SPILLETTA: Senatore – Bisogni Primari
Si respira aria fresca con questo Bisogni Primari. I Senatore non cedono mai al ricalco, mantenendo suono preciso, figlio della propria estetica.[continua a leggere]
SORCINI: Jessy Lanza – Oh No
Il secondo album di Jessy Lanza va misurato al netto di aspettative molto alte. Il motivo di tanta attesa va cercato in un disco d’esordio esaltante (Pull My Hair Back), nelle collaborazioni d’oro e nell’atteggiamento non sempre decifrabile della canadese. Jessy Lanza sembra una assai sicura di sé ma pare anche diligente fino alla nerditudine.[continua a leggere]
SINAPSI: Gold Panda – Good Luck And Do Your Best
“Buona fortuna e fate del vostro meglio” questo incoraggiamento piovuto dal cielo ha fatto si che Gold Panda componesse il disco più compiuto e avventuroso della sua carriera.[continua a leggere]
ROBINSON: Kaytranada – 99,9%
La filosofia del beat, del break, di tracce appena accennate, di musica calda con incredibili inserti disco-music, di i beat composti al contrario con quel tipico effetto d’improvvisa asciugatura del suono.[continua a leggere]