12 Dischi Imperdibili di fine Estate 2016

orodiscopoMediante la metrica dei nostri segni, andiamo ad analizzare i mesi di Agosto e Settembre estrapolando quello che a nostro parere è emerso, utilizzando i dodici stereotipi mutuati dall’astrologia. Dodici album che ci hanno colpito ed accompagnato verso la fine di un’estate vissuta on stage.

MORGAN DELT – Phase Zero: Barba [?]
Morgan Delt con il nuovo “Phase Zero” ci porta a spasso per quelle montagne, all’imbrunire, con l’intento di cogliere quel lato fatuo ed oscuro che solo la natura boschiva può regalare. Risulta evidente una certa vaporizzazione del suono, qualcosa che tocca la Psichedelia da vicino trasportandola verso una dimensione eterea e talvolta inquietante. [continua]

RYLEY WALKER – Golden Sings That Have Been Sung: Giacca [?]
Lungo una sei corde spiritualmente toccata dai veri mastri del folk-blues, Ryley Walker, menestrello di giovane età e raffinata ispirazione, traccia otto brani magnifici. [continua]

WILD BEASTS – Boy King: Spilletta [?]
Ascolto dopo ascolto, Boy King sembra un disco quasi impeccabile. La ricerca di un momento davvero fiacco o fuori fase rimane all’incirca infruttuosa. Però, il vero rischio di un lavoro del genere è la permanenza su quello stesso range (emozionale prima ancora che sonoro) [continua]

VERDENA/IOSONOUNCANE – Split: Sinapsi [?]
Verdena e Iosonuncane hanno una visione molto chiara di quello che fanno. Artisti onesti, che sembrano dirti: “io questo so fare, e questo faccio”. È futile ascoltare queste quattro splendide tracce e chiedersi chi vince. [continua]

NOTHING – Tired Of Tomorrow: Sorcini [?]
Siamo al cospetto di un lavoro emozionale ma allo stesso tempo muscoloso: come la tradizione di genere insegna. Il Post-Hardcore, quello segnato dalle più interessanti derive Emo, qui incontra Shoegaze e Post-Rock. [continua]

TOUCHE AMORE – Stage Four: Truce [?]
Una band in crescita, abituata ormai alle grandi platee e sempre più richiesta dai nomi caldi della scena – Circa Survive, Rise Against, e AFI –, che oggi gioca la sua carta più importante aprendosi completamente verso influenze inedite. [continua]

GONJASUFI – Callus: Dispari [?]
In questo terzo episodio, sembra emergere una certa necessità testamentale, qualcosa da lasciare in dote al mondo. Arte che possa aiutare il prossimo dall’interno, dall’anima, nell’intento di trovare la via giusta, uno scopo. [continua]

NICK CAVE & THE BAD SEEDS – Skeleton Tree: Occhi Chiusi [?]
Il Principe delle tenebre oggi non riflette sulla relazione diretta fra dolore e arte, ma agisce d’istinto; disperato e disarmato, portando a galla le spoglie della propria anima che lentamente deflagra alla luce del sole come i resti di un vampiro ferito al sorgere dell’alba. [continua]

TRENTEMOLLER – Fixion: Eyeliner [?]
Fixion è un disco da assorbire lentamente, meno diretto rispetto ai suoi predecessori e molto più cerebrale di quanto si possa immaginare. È come una costellazione sonora di elegante romanticismo, buia malinconia, paura di perdersi per poi ritrovarsi nel freddo dei sintetizzatori. È un universo immaginario fatto di musica; è irreale quanto la realtà stessa. [continua]

THOM SONNY GREEN – High Anxiety: Avatar [?]
E’ un continuo sprofondare e continuo risveglio di ricordi il disco di Thom Sonny Green, quasi come se ci sia una voluta indecisione di fondo nello scegliere la strada da percorrere, tra positività e successiva negazione della stessa, dove buio e la luce viaggiano paralleli durante l’ascolto per intrecciarsi e solo dopo ritornare sulle proprie strade d’origine. [continua]

FRANK OCEAN – Blonde: Robinson [?]
Frank Ocean, l’uomo per cui il vero cognome ne è l’epiteto, ci trascina in una nuova, nonché ambigua opera, dalla gestazione tutt’altro che canonica e dalla forma risultante ibridata tra vari mezzi di comunicazione. [continua]

THEE OH SEES – A Weird Exits: Nichilista [?]
A Weird Exits”, a firma Thee Oh Sees, è pronto a dare qualche chilometro di distanza alle produzioni di genere odierne. L’esplosione è deflagrate come quella di una bomba a frammentazione: colpisce svariati punti vitali nel giro di una trentina di minuti circa, per poi lasciarci a contare i danni. [continua]